Il polo sociale territoriale è il luogo dove si gestisce l’insieme degli interventi sociali in collaborazione con gli altri servizi del comune, dell’azienda sanitaria locale, del mondo della scuola, del privato sociale e, in generale con le realtà associative e non presenti sul territorio.
Altresì, si programmano attività a favore del benessere degli abitanti dei quartieri di afferenza, anche attraverso iniziative e forme di collaborazione con le comunità presenti sul territorio, con l’intento di costruire luoghi “altri” di azioni e sperimentazioni che permettono di intercettare risorse, ma anche vulnerabilità sconosciute ai Servizi.
Il Patto “Nella Comunità”
In tal senso si è introdotto nelle prassi operative il principio della responsabilizzazione di ogni persona, anche attraverso la sottoscrizione di un vero e proprio patto di responsabilità da parte di chi beneficia di beni e strutture pubbliche e/o private, dove i destinatari si impegnano, secondo possibilità che gli sono proprie e che sono state condivise con il servizio, a mettere a disposizione parte del loro tempo, delle proprie competenze e capacità, in una logica di scambio e di reciprocità con la comunità (attraverso collaborazioni di volontariato, costituzioni o partecipazioni a banche del tempo, servizio civile, ecc.).
Nella progettazione del Welfare di Comunità, si è partiti dalla considerazione che la sua realizzazione è strettamente connessa alla condivisione di alcuni concetti fondamentali:
- non può esistere benessere e sviluppo senza coesione sociale garantita da un buon sistema di welfare locale;
- ma solo attraverso una stretta collaborazione tra servizi pubblici professionali, partnership con il privato sociale e corresponsabilità sociale dei cittadini è possibile sviluppare sul territorio coesione sociale, inclusione, prevenzione del disagio e promozione diffusa del benessere.
Le persone, infatti, sempre più spesso, esprimono fragilità invisibili, vulnerabilità che non portano ai Servizi tradizionali e rischiano così di rimanere inascoltate, per poi esplodere in drammatiche situazioni sulle quali si riesce a rispondere solo con modalità emergenziali.