Al Parco Ducale nasce la Cittadella del Cibo
Un edificio su tre piani di circa 16 mila metri quadrati ospiterà prodotti enogastronomici locali, nazionali ed internazionali, che verranno valorizzati con innovative modalità di esposizione e di vendita. Un luogo per riscoprire i valori socioculturali legati al cibo, con ampio spazio per la didattica, congressi, convegni ed esposizioni museali sul cibo.
Un nuovo polo sulla cultura e la qualità alimentare sorgerà ai margini del Parco Ducale, tra via Pasini e viale Piacenza, negli ex padiglioni delle Fiere. Con l’aggiudicazione alla Polis Spa di Fidenza della gara per l’affidamento dei lavori si concretizza la realizzazione della Cittadella del Cibo. Un'opera da 16 milioni di euro, realizzato in finanza di progetto e con un contributo del Comune di Parma di 1,5 milioni di euro corrisposti in modo percentuale per stadi di avanzamento dei lavori.
La Cittadella del Cibo per fare di Parma sempre più la capitale della Food Valley, in costante sinergia con Efsa, Cibus, le realtà agroalimentari e l’industria locale. Ecco quindi la scelta del Parco Ducale, in prossimità delle sedi EFSA e poco distante dal polo logistico alimentare a nord ovest della città.
Con un disegno architettonico essenziale e contemporaneo, la struttura sarà divisa in due parti: la parte a nord, di fronte alla scuola Bodoni, ospiterà spazi di servizio e parcheggi, mentre nella parte a sud, con vista sul Parco Ducale, si svolgeranno le attività per il pubblico. Il tetto, su una superficie di 4800 metri quadrati, ospiterà un sistema energetico a pannelli fotovoltaici.
“Si tratta di un progetto altamente strategico per la città – spiega il sindaco Pietro Vignali – che non a caso, si trova a pochi passi da quello che sarà il nuovo polo per la sicurezza alimentare. Con questa realizzazione che, nella sua filosofia, sarà simile all’Eataly di Torino, si potranno stringere importanti sinergie con l’Efsa e con Cibus. I lavori dovrebbero iniziare nella primavera del prossimo anno. Al suo interno troverà spazio anche un museo del pane”.