Il Comune contro le infiltrazioni mafiose negli appalti
Il Comune di Parma aderisce al Protocollo di legalità contro le infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti e delle concessioni pubbliche.
A livello nazionale, il Protocollo fa seguito alla direttiva inviata a giugno dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ai prefetti, nella quale veniva evidenziata la necessità di controlli preventivi nelle attività a rischio infiltrazione. Inoltre, il Protocollo si collega al documento sottoscritto a maggio tra il Viminale e Confindustria, che aveva l’obiettivo di incrementare i livelli di contrasto della criminalità organizzata. In base al nuovo Protocollo, chi appalta si impegna a richiedere alle Prefetture le informazioni antimafia per concessioni superiori a 250mila euro, per subcontratti e forniture di servizi a partire da 50mila euro e, indipendentemente dall’importo pattuito, a richiedere informazioni riguardanti quei soggetti cui vengono affidati servizi “sensibili”, come il conferimento di materiali in discarica, il trasporto e lo smaltimento rifiuti, la fornitura e il trasporto di materiali inerti e terra, le acquisizioni di materiali da cava, calcestruzzo, ferro lavorato e bitume, oltre alla sorveglianza dei cantiere e i servizi di autotrasporto in genere.
Anche il Comune di Parma dice no alle infiltrazioni mafiose nelle concessioni pubbliche. E lo fa con un atto ufficiale: l’Amministrazione, infatti, ha aderito al “Protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessioni di lavori pubblici”, già approvato dal Ministero dell’Interno il 18 ottobre scorso. Un gesto forte e chiaro, concretizzato in una delibera di giunta che intende fornire una risposta tangibile ai tentativi di penetrazione delle organizzazioni criminali in tutto il Nord Italia – Emilia Romagna compresa – soprattutto nel settore degli appalti pubblici.
A livello nazionale, il Protocollo fa seguito alla direttiva inviata a giugno dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ai prefetti, nella quale veniva evidenziata la necessità di controlli preventivi nelle attività a rischio infiltrazione. Inoltre, il Protocollo si collega al documento sottoscritto a maggio tra il Viminale e Confindustria, che aveva l’obiettivo di incrementare i livelli di contrasto della criminalità organizzata. In base al nuovo Protocollo, chi appalta si impegna a richiedere alle Prefetture le informazioni antimafia per concessioni superiori a 250mila euro, per subcontratti e forniture di servizi a partire da 50mila euro e, indipendentemente dall’importo pattuito, a richiedere informazioni riguardanti quei soggetti cui vengono affidati servizi “sensibili”, come il conferimento di materiali in discarica, il trasporto e lo smaltimento rifiuti, la fornitura e il trasporto di materiali inerti e terra, le acquisizioni di materiali da cava, calcestruzzo, ferro lavorato e bitume, oltre alla sorveglianza dei cantiere e i servizi di autotrasporto in genere.