Donne maltrattate fra le mura domestiche: venti storie raccolte in un libro
“Questo non è amore – venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne”: è il titolo del libro di Giovanna Pezzuoli, giornalista del blog “”27^ Ora” - Corriere della Sera, protagonista dell’incontro dedicato al tema della violenza che le donne subiscono fra le mura domestiche.
“Questo non è amore – venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne”: è il titolo del libro di Giovanna Pezzuoli, giornalista del blog “”27^ Ora” - Corriere della Sera, protagonista dell’incontro dedicato al tema della violenza che le donne subiscono fra le mura domestiche, organizzato dal Comune di Parma, con la collaborazione del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, nell’ambito delle manifestazioni dedicate alle donne nel mese di marzo.
“In questo “8 marzo lungo un mese” – ha notato Nicoletta Paci, vicesindaco di Parma nell’introdurre l’incontro alla Guanda – abbiamo voluto dare uno spazio particolare ad un tema purtroppo di assoluta attualità, quello delle donne maltrattate, e purtroppo, sempre più frequentemente, anche delle donne uccise per la sola colpa di volersi liberare da un compagno aggressivo”.
Giovanna Pezzuoli, autrice del volume “Questo non è amore”, che raccoglie venti storie fra donne maltrattate, operatori e anche abusanti che cercano di uscirne, ha ripercorso alla Sala Salsi della Biblioteca Guanda, il tunnel di angoscia e di impotenza che tante donne vivono in solitudine, o comunque non comprese, incapaci di liberarsi dai loro aggressori, talvolta vittime essi stessi di meccanismi incontrollabili e inconfessabili.. I numeri purtroppo sono impietosi, ma lo sarebbero assai di più se non ci fosse tanta violenza che non emergerà mai. Colpisce il fatto che il 70% delle donne uccise da ex amanti, mariti, fidanzati aveva invano denunciato i rischi a cui andava incontro. Ma resta il fatto che solo 7 abusi su 100 vengono alla luce.
Il ciclo della violenza ha delle dinamiche tutte sue: l’altalena fra botte e tenerezza, l’illusione di uscirne, i sensi di colpa, la sensazione del fallimento, la dipendenza economica, la vergogna e spesso la miccia del tradimento. Sono queste componenti che formano la gabbia per le donne che talvolta denunciano troppo tardi e spesso non denunciano mai, subiscono per tutta la vita.
Le storie di Sara, Giovanna e Mario (aggressore in cura psicoterapica) si sono materializzate con le voci di Francesca, Anna e Federico, tre studenti del Liceo Scientifico Marconi, che hanno accettato di interpretare il ruolo, leggendo un brano ciascuno del libro, il cui ricavato sarà devoluto interamente al Centro Antiviolenza di L’Aquila: un motivo in più per acquistarlo e per riflettere su un fatto che non è poi così lontano da noi, se è vero che l’Emilia Romagna è una delle Regioni in cui più donne perdono la vita per mano di ex compagni.
L'incontro è stato organizzato dal Comune di Parma, con la collaborazione del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, nell’ambito delle manifestazioni dedicate alle donne nel mese di marzo.
“In questo “8 marzo lungo un mese” – ha notato Nicoletta Paci, vicesindaco di Parma nell’introdurre l’incontro alla Guanda – abbiamo voluto dare uno spazio particolare ad un tema purtroppo di assoluta attualità, quello delle donne maltrattate, e purtroppo, sempre più frequentemente, anche delle donne uccise per la sola colpa di volersi liberare da un compagno aggressivo”.
Giovanna Pezzuoli, autrice del volume “Questo non è amore”, che raccoglie venti storie fra donne maltrattate, operatori e anche abusanti che cercano di uscirne, ha ripercorso alla Sala Salsi della Biblioteca Guanda, il tunnel di angoscia e di impotenza che tante donne vivono in solitudine, o comunque non comprese, incapaci di liberarsi dai loro aggressori, talvolta vittime essi stessi di meccanismi incontrollabili e inconfessabili.
I numeri purtroppo sono impietosi, ma lo sarebbero assai di più se non ci fosse tanta violenza che non emergerà mai.
Colpisce il fatto che il 70% delle donne uccise da ex amanti, mariti, fidanzati aveva invano denunciato i rischi a cui andava incontro. Ma resta il fatto che solo 7 abusi su 100 vengono alla luce.
Il ciclo della violenza ha delle dinamiche tutte sue: l’altalena fra botte e tenerezza, l’illusione di uscirne, i sensi di colpa, la sensazione del fallimento, la dipendenza economica, la vergogna e spesso la miccia del tradimento.
Sono queste componenti che formano la gabbia per le donne che talvolta denunciano troppo tardi e spesso non denunciano mai, subiscono per tutta la vita.
Le storie di Sara, Giovanna e Mario (aggressore in cura psicoterapica) si sono materializzate con le voci di Francesca, Anna e Federico, tre studenti del Liceo Scientifico Marconi, che hanno accettato di interpretare il ruolo, leggendo un brano ciascuno del libro, il cui ricavato sarà devoluto interamente al Centro Antiviolenza di L’Aquila: un motivo in più per acquistarlo e per riflettere su un fatto che non è poi così lontano da noi, se è vero che l’Emilia Romagna è una delle Regioni in cui più donne perdono la vita per mano di ex compagni.