Intitolata A Carlo Bianchi la via di accesso al Campus da via Montanara
Il prof. Carlo Bianchi è stato Rettore dell’Università di Parma dal 1968 al 1971
Si è tenuta in data odierna la cerimonia di intitolazione al prof. Carlo Bianchi, già Rettore dell’Università di Parma dal 1968 al 1971, della via d’accesso al Campus Universitario “Parco Area delle Scienze” da strada Montanara.
Hanno scoperto il drappo sulla targa il Rettore dell’Università di Parma, Gino Ferretti, il Presidente del Consiglio del Comune di Parma, Marco Vagnozzi insieme al figlio del prof. Bianchi, Nicola Bianchi.
La cerimonia è proseguita con una commemorazione del prof. Carlo Bianchi da parte del prof. Nicola Cucurachi, in rappresentanza dell’Ordine dei Medici, e del prof. Antonio Bonetti, docente del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo nonché allievo del prof. Bianchi.
Il prof. Carlo Bianchi è stato Rettore dell’Università di Parma dal 1968 al 1971, nel pieno movimento di contestazione, in un clima di inquietudine per un Ateneo in forte crescita e in sofferenza economica. Grazie al suo operato saggio, pacato ed equilibrato, garantì l’esercizio dei diritti democratici degli studenti dell’Ateneo, la libertà di tutti nonché lo svolgimento ordinato della vita universitaria.
Durante il suo Rettorato, insieme al compianto Direttore Amministrativo dott. Gian Paolo Usberti, furono operate scelte importanti e decisive per la vita attuale dell’Ateneo. In particolare fu concepito e iniziato il progetto che portò alla realizzazione del Campus Universitario.
La sua visione dell’Università appare oggi ancora di piena attualità: egli infatti (nella relazione al bilancio preventivo del 1969) auspicava che «accanto alle riforme delle strutture e al rinnovamento del costume, sia restituita all’Università quella priorità negli investimenti pubblici che ad essa spetta in una società e in un paese che intendono rinnovarsi attraverso le strade maestre della scuola, della cultura, della ricerca e della libertà».
In qualità di medico il prof. Bianchi diede corso a lavori fecondi e innovativi: l’anatomia del midollo osseo; le ricerche sull’emostasi, sull’elettrocardiografia, sulle aritmie, sul metabolismo e sull’obesità; quelle endocrinologiche e tireologiche (propiziate dall’impianto di un laboratorio isotopico); gli studi sulle catetolamine; quelli reumatologici; le ricerche di emodinamica e di medicina dello sport.
In questi ambiti furono sviluppate le ricerche di farmacologia clinica e di terapia (con lo studio di metodologie statistiche valutative dei farmaci) e furono impostati in Italia i primi trial clinici anche a valenza internazionale. Ne uscirono risultati a quei tempi fondamentali sui betabloccanti, sui farmaci metabolici, su quelli antiaritmitici e sui mezzi di contrasto non iodati.
Fu docente attento e coinvolgente con i propri studenti e parallelamente all’attività scientifica sviluppò quella assistenziale, che fu di supporto alla formazione di medici di base. Diede inoltre all’attività clinica un’impostazione metodologica assai moderna, rappresentando un nuovo modello di clinico medico, aperto alle nascenti metodiche valutative e attento affinché il dato strumentale non assorbisse in sé tutto il processo clinico, ma lasciasse anche spazio all’intuizione diagnostica e terapeutica per un approccio al paziente caldo e umano.