FAMIGLIA E PERSONA / 05.06.13

Centottanta nuovi alloggi per emergenze e edilizia sociale

I dati sono stati forniti dall’assessore Laura Rossi, che ha tenuto una conferenza stampa in Muncipio per far conoscere la situazione rispetto alle emergenze in atto, ma anche per illustrare le risposte e i progetti del Comune e degli altri attori coinvolti.
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Case vuote in città ce ne sono tante, ma case disponibili per chi ne ha bisogno ce ne sono assai meno.
Gli sforzi del Comune e degli altri attori istituzionali coinvolti, a cominciare da Acer, sono ben lontani dal poter dare risposte positive all’emergenza sfratti e al mare di richieste vecchie e nuove che arrivano in Municipio, anche se qualcosa in positivo comincia a muoversi, nonostante la situazione finanziaria del Comune e degli altri enti impegnati su questo fronte.
I dati sono stati forniti dall’assessore Laura Rossi, che ha tenuto una conferenza stampa in Muncipio per far conoscere la situazione rispetto alle emergenze in atto, ma anche per illustrare le risposte e i progetti del Comune e degli altri attori coinvolti.

Le nuove emergenze
 “Il disagio abitativo – ha esordito Laura Rossi - è l’ambito più emergente a causa dell’aggravarsi degli effetti della crisi del Paese. Al bisogno di alloggio d’emergenza o stabile per alcune categorie di utenza note ai servizi, si aggiunge la richiesta di una fascia di popolazione che vive una condizione di impoverimento: si rivolgono ai servizi e agli Enti non profit impegnati in questo ambito, sempre più frequentemente, persone che hanno perso il lavoro, o che pur lavorando non riescono più a sostenere le spese famigliari, o che sono sotto sfratto per causa di morosità. Queste ultime tipologie  rappresentano oramai circa il 60% della domanda. Inoltre il percorso di uscita dagli alloggi di emergenza è sempre più complesso poiché le difficoltà lavorative congelano le possibilità e perché culturalmente si tende a considerare l’alloggio “del Comune” come punto di arrivo e non di partenza”.
I numeri parlano da soli: 1804 domande istruite del nuovo bando ERP, 400 domande per l’emergenza abitativa esaminate in Commissione, 1300 circa domande raccolte con il bando Parma Social Housing (ma è possibile che molte di queste siano le stesse in lista per l’edilizia residenziale pubblica ERP).
In questo quadro, le politiche abitative definite dal documento del welfare come sviluppo di comunità segnano un cambio di strategia: “Basta costruzioni nuove – dice l’assessore -  ma recupero degli alloggi in essere e introduzione di una logica di appropriatezza nell’assegnazione delle diverse formule di alloggio insieme ad un forte patto da stringersi con gli utenti”.

Nuovi alloggi per emergenza  e bisogni sociali
Dal punto di vista operativo il Comune ha individuato una serie di azioni, con il coinvolgimento diretto di ACER (l’Azienda Casa destinata a diventare gestore unico dell’edilizia popolare e sociale), che porteranno in breve tempo ad avere una maggiore disponibilità di alloggi e la possibilità di utilizzarli nel modo più appropriato: entro i primi mesi del 2014 avremo 46  nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, 36 nuovi alloggi da destinare alle emergenze (in totale sono ora 75) e 98 nuovi appartamenti di Parma Social Housing, che si aggiungono ai 111 già a disposizione del Comune per edilizia residenziale sociale (riservati a chi non ha abbastanza punti per l’edilizia pubblica, ma non può permettersi di cercare in affitto nel privato).

Il piano prevede la messa a regime del sistema complessivo degli alloggi, che significa completamento dei cantieri bloccati da anni di Parmabitare a Vicoferitile e nell’area ex Pezziol alla Crocetta (questi interventi saranno ultimati da Acer, con un investimento di sei milioni di euro, di cui un milione e mezzo del Comune) e Casadesso con progressivo passaggio di gestione ad Acer del sistema di alloggi di Edilizia Residenziale Sociale (ERS) e successivo scioglimento delle partecipate o uscita del Comune dalle stesse. 
“L’affidamento ad Acer di tutti gli immobili – precisa ancora Laura Rossi – ci permetterà di ottimizzare l’accesso degli utenti nelle varie tipologie abitative e di procedere al recupero degli alloggi una volta che verrà a cessare la necessità del sostegno diretto del Comune”. Edilizia Residenziale pubblica (ERP), alloggi di emergenza,  Edilizia Residenziale Sociale  (ERS), Parma Social Housing (PSH) e affitti concordati o garantiti, vanno assegnati a nuclei con caratteristiche differenti in termini di disagio (temporaneo o cronico), risorse presenti (età, svantaggi, possibilità lavorative, ecc.), situazione economica (molto ridotta, limitata ma affidabile, discontinua, ecc).

Un patto fra Comune e assegnatari
Inoltre il piano prevede la costruzione di un patto forte con gli utenti inseriti nei progetti:  si richiede disponibilità  a scorrere nella filiera delle soluzioni liberando gli alloggi della prima emergenza nel momento in cui ci sono le condizioni per uscire dai percorsi più assistenziali, rispettare le case assegnate, rispettare gli impegni di pagamento canone o bollette così come concordato nel progetto individualizzato. Da parte dei servizi il rispetto del patto può significare una “certificazione di correttezza sociale e affidabilità” da spendere nella possibilità di accedere ad affitti sul mercato a canone concordato (in accordo con le parti  per affitti concordati o social house) o al contrario nella immediata uscita dai progetti assistenziali con ritorno ai dormitori.
Infine è prevista Sperimentazione di progetti innovativi di concessione di alloggi e fabbricati pubblici  da ristrutturare a persone che si organizzano e si impegnano nella riqualificazione e autogestione in cambio di una assegnazione a lungo termine.