FAMIGLIA E PERSONA / 31.10.13

L’abbraccio di Parma alla concittadina Aung San Suu Kyi all'Auditorium Paganini

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Aung-San-Suu-Kyi - bambini

E’ stato un lungo affettuoso abbraccio quello che la città di Parma ha riservato oggi ad Aung San Suu Kyi, la leader politica birmana Premio Nobel per la Pace, paladina della democrazia e della non  violenza.

Dopo l’incontro ufficiale in Municipio, la “Signora” - così viene affettuosamente chiamata – ha incontrato i ragazzi delle scuole, le autorità e i cittadini all’auditorium Paganini, letteralmente stipato di  persone che non hanno voluto mancare a questo appuntamento con la storia, un appuntamenti in cui Parma ha trovato un posto rilevante nell’ambito della visita che ha toccato in Italia solo alcune città (Torino, Roma e Bologna) per diverse ragioni legate alle vicende della dirigente politica della Birmania.

 

I saluti delle autorità

“E’ una bellissima giornata per Parma – ha affermato il sindaco Federico Pizzarotti nel suo breve indirizzo di saluto - per il fatto di averla qui, e perché tutti noi potremo oggi prendere ispirazione dalle sue parole.

Sarà un piacere farle vivere stasera l’emozione dell’ultima rappresentazione del Festival Verdi. E l’incontro con i nostri ragazzi è il modo migliore per farle sentire l’affetto e il calore della città. Le vicende di questa signora gentile e determinata che ha resistito ad ogni forma di oppressione – ha detto ancora Pizzarotti  - ci ricordano che la democrazia è un bene da preservare e che l’impegno civile quotidiano di ciascuno di noi è quello che può far cambiare in meglio il Paese”.

Il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli ha ricordato il valore delle battaglie condotte da Aung San Suu Kyi per i diritti umani nel suo paese ma anche per la libertà di tutti i popoli: “La sua battaglia per la libertà, la giustizia e la solidarietà – ha affermato Bernazzoli – è anche la nostra battaglia, e il suo impegno dà speranza ai giovani per un futuro migliore”.

E’ poi stata chiamata sul palco la senatrice Albertina Soliani, che abbracciando la sua “vecchia amica”  ha affermato: “Questo giorno rimarrà nella storia di Parma.

Qui  sei a casa, sei come in famiglia, e la tua vita dà coraggio ala nostra vita.

La Soliani ha quindi ringraziato calorosamente Giuseppe Malpeli, presidente dell’associazione Amici della Birmania: “Senza di te oggi non saremmo qui – è grazie a tutto quello che hai fatto in Birmania  se oggi la “Signora” è con noi”.

E rivolgendosi all’ospite ha concluso: “Ti accompagni la marcia trionfale dell’Aida con la quale ti abbiamo accolto stamattina, nel cammino verso il 2015 quando tu e il tuo partito raccoglierete la grande sfida del cambiamento per la Birmania”.

 

L’intervento di Aung San Suu Kyi

Dopo la lettura di un suo breve testo sulla democrazia ad opera di due studenti (“Libertà è il diritto del contadino di seminare ciò che vuole, libertà è diritto dello studente di sedersi al bar del campus e parlare di ciò che gli pare, senza doversi chiedersi se i servizi segreti sono in ascolto”), Aung San Suu Kyi ha preso la parola per rispondere alle domande di altri due studenti sulla situazione e sulle prospettive del suo Paese.

“Sono andata a Oxford a 19 anni – ha detto rispondendo alle domande dei ragazzi -  e lì ho scoperto cos’era la libertà. In Birmania ho vinto due volte le elezioni a distanza di vent’anni, ma non ho mai potuto governare, la prima volta perché è arrivato il regime militare, la seconda perché abbiamo conquistato 44 seggi su 45, ma erano solo elezioni suppletive.

Ora guardiamo al 2015. Se vinceremo manterremo la parola data e non deluderemo le aspettative, e soprattutto ripristineremo la democrazia assente in Birmania da cinquant’anni. Il potere – ha aggiunto – deve essere condiviso, altrimenti può diventare pericoloso”.

Quindi ha  parlato ai presenti, ma si è rivolta soprattutto ai giovani: “Sono commossa per la musica che mi ha accolto e che mi ricorderà sempre Parma e sono commossa dalla vostra accoglienza. Prima di voi ho conosciuto Albertina (Soliani) e Giuseppe (Malpeli), veri amici che mi hanno accompagnato nei momenti difficili, e grazie a loro scopro questa bella città..

I giovani e la musica, che è un valore universale, un’emozione che ci unisce, sono due potenti leve per un futuro migliore”. E poi ha parlato della voglia di vendetta che non deve mai prevalere, dei desideri di pace e libertà che accomunano i giovani italiani a quelli birmani, ha ricordato che “l’importante è avere un tetto sulla testa e la speranza nel futuro” e che il benessere materiale non deve prevalere sui sentimenti di giustizia e solidarietà.

“Il fatto di esercitare dei diritti – ha affermato – comporta anche responsabilità: ognuno di noi può fare qualcosa per cambiare, per rendere la società migliore, e voi giovani avete davanti tanto tempo per farlo. Non guardate troppo avanti, pensate a ciò che potete fare nel presente per rendere il mondo migliore, e non lasciate cadere nessuna opportunità.

Ogni generazione – ha concluso Aung San Suu Kyi – lascia il posto a quella successiva e le dà forza: facciamo in modo che la prossima sia migliore di questa”.

L’incontro al Paganini si è concluso con un finale ancora più avvolgente saluto in musica all’Orchidea d’acciaio” cittadina di Parma.