FAMIGLIA E PERSONA / 01.12.13

In tanti in Piazza per il diritto a nidi e materne per la prima infanzia

Grande partecipazione al flash mob organizzato dai servizi educativi del Comune che si è svolto in contemporanea in mille pizza d’Italia.
flashmobnidoweb

Oggi, alle 10.44 in punto, in 1.044 piazze italiane si è svolta una gioiosa e colorata manifestazione per chiedere la revisione della legge 1044, che risale agli anni settanta e non tutela – come oggi sarebbe necessario – i diritti dei bambini ad avere la possibilità di accedere ai servizi educativi della prima infanzia, da zero a sei anni.

In tanti, operatori e genitori con i loro bambini, hanno accolto l’appello del Comune per sollecitare lo Stato ad occuparsi di un problema sempre più sentito, dando vita ad un incontro “colorato”, allegro e di gioco per grandi e piccini.

“Il coordinamento nazionale nidi e materne – fa notare il vicesindaco Nicoletta Paci – ci ha chiesto di collaborare ad organizzare questa manifestazione, e i nostri servizi educativi se ne sono fatti carico direttamente.

La partecipazione registratata dimostra quanto questo problema sia sentito dai cittadini e dal mondo della scuola. Chiediamo che il Ministero della Pubblica Istruzione prenda in carico tutta l’attività educativa di nidi e scuole dell’infanzia, al fine di garantire l’accesso ai servizi e la continuità didattica nella fascia zero-sei. Comunque - insiste Paci - serve almeno una deroga al patto di stabilità per consentirci di investire nei servizi educativi per l’infanzia, garantendone la copertura economica. La capacità di sviluppare le intelligenze e le personalità dei propri cittadini è la ricchezza di un paese: iniziare dai più piccoli significa investire sul futuro”.

Il Coordinamento avanza richieste precise: una legge 0/6 anni che sancisca la continuità educativa; la collocazione del nido d’infanzia nel Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; la deroga dal patto di stabilità per il mantenimento e per lo sviluppo dei servizi per la prima infanzia e un adeguato piano di finanziamento, almeno quinquennale, della legge.

Il messaggio è arrivato forte e chiaro, anche da Parma: ora tocca al Governo, anche se in tempi difficili, fare una scelta che scommetta sul futuro dei nostri bambini.