Esecutivo ANCI: sindaci in rivolta contro al legge di stabilità
Pizzarotti: “A rischio la tenuta sociale del Paese”.
"Se i sindaci fossero oggi in Parlamento non voterebbero la fiducia, perché questa legge di stabilità è un atto che disconosce il nostro ruolo garantito dalla Costituzione": parole dure pronunciate da Piero Fassino, sindaco di Torino e Presidente nazionale ANCI, a conclusione dell’incontro dei sindaci a Roma, alla quale è intervenuto anche Federico Pizzarotti.
Fassino, a nome di tutti i sindaci, ha preannunciato che da oggi, per sottolineare il proprio dissenso, l’ANCI sospende la partecipazione alle sedi di concertazione.
Se nulla cambierà, il 29 gennaio 2014 i sindaci si ritroveranno a Roma "per una assemblea straordinaria nella quale valuteranno ulteriori forme di mobilitazione, qualora le loro richieste fossero disattese".
Fassino ha inoltre annunciato che oggi stesso scriverà al Presidente della Repubblica per chiedere un incontro, nel quale porterà "in modo autorevole e formale il profondo disagio di tutti i sindaci italiani". Un secondo incontro "urgente" verrà chiesto al presidente del Consiglio Letta per esortare il primo ministro ad "adottare, entro fine anno, un provvedimento che consenta di assicurare ai Comuni le risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini".
I sindaci chiedono al Governo "un sussulto di consapevolezza e responsabilità" per cambiare una legge di stabilità che "configura una secca e inaccettabile riduzione di risorse ai Comuni per circa un miliardo e mezzo di euro”.
In sostanza si chiede che il governo vari nel Consiglio dei ministri del 27 dicembre un decreto correttivo per restituire ai Comuni il miliardo e mezzo sottratto con la legge di stabilità, che di fatto – introducendo la nuova “service tax” riduce al 2,5 per mille l’aliquota per la prima casa, pregiudicando per gli enti locali la possibilità di erogare servizi essenziali quali trasporto pubblico e spese sociali.
“Se il nodo delle risorse mancanti non verrà risolto - ha aggiunto il presidente Anci - anche il prossimo anno ci troveremo a chiudere i bilanci in novembre. Questo è inaccettabile come è inaccettabile subordinate gli interessi di Comuni e cittadini alle logiche politiche nazionali".
Infine il presidente Anci ha invitato i senatori a rivedere la parte della mini-Imu, in questi giorni all'esame di Palazzo Madama. Se non modificata, la norma andrebbe a gravare per il 40 per cento delle maggiori aliquote sulle tasche dei cittadini. "Si tratta di circa 350 milioni di euro - ha sottolineato il sindaco di Torino -, i gruppi senatoriali valutino un decreto correttivo per evitare di scaricare maggiori oneri sulle famiglie".
Altrettanto duro il commento del sindaco di Parma: “Se taglieranno questo altro miliardo e mezzo ai Comuni, e quindi ai cittadini, che sono già allo stremo, rischiano la rivolta. Il Governo del PD e del Centro Destra – afferma Federico Pizzarotti – non si rende conto di quanto stia mettendo a rischio la tenuta sociale del Paese. Questo Governo è uguale agli altri, fondato sul prelievo forzoso dalle casse dei Comuni, con grave danno per milioni di famiglie italiane”.