“UniForCity”, a Palazzo del Governatore il 19, 21, 28 maggio e il 4 giugno
Il progetto “UniForCity”, co-organizzato dall’Università degli Studi e dal Comune di Parma, si propone di presentare alla città alcune delle ricerche condotte all’interno dell’Ateneo, con l’obiettivo di rendere sempre più stretti i rapporti tra gli Enti e il tessuto cittadino.
“Gli appuntamenti che presentiamo oggi – ha esordito l’assessore alla Cultura Laura Maria Ferraris – sono frutto di una lunga preparazione e di una precisa progettualità tesa a creare un legame tra l’Università, ricchezza di ricerca e cultura, e il nostro territorio. La scelta di Palazzo del Governatore come sede risponde alla volontà dell’Amministrazione Comunale di far sì che questi spazi non abbiano solo una funzione espositiva, ma possano essere luogo di interazione della cittadinanza con vari ambiti culturali”.
“Fino ad ora – ha spiegato il rettore dell’Università di Parma Loris Borghi – il sapere accademico è rimasto confinato, per una vecchia tradizione, all’interno delle mura dell’Università, legato strettamente ai vari gruppi di ricerca. L’obiettivo di questo progetto, primo fra tanti in cantiere, è creare un rapporto tra Università, Comune e territorio e viceversa, sviluppando una rete di scambi che possa essere fruttuosa per gli Enti e per la Città. Proprio in quest’ottica la scelta di Palazzo del Governatore non è certo stata casuale”.
L’apertura dei lavori sarà lunedì 19 maggio, alle ore 11.30, presso l’Auditorium del Palazzo del Governatore, con un incontro tenuto da Luigi Nicolais, presidente del CNR, sul ruolo che ricerca e cultura giocano nella società contemporanea. All’incontro parteciperanno il rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il responsabile del progetto Michele Guerra, delegato del rettore per Cultura, Università, Territorio, l’assessore alla Cultura del Comune di Parma Laura Maria Ferraris.
All’inaugurazione seguiranno tre incontri, il 21 e 28 maggio e il 4 giugno, sempre nell’Auditorium del Palazzo del Governatore.
A spiegare nel dettaglio il programma di “UniForCity” è intervenuto Michele Guerra, delegato del rettore per Cultura, Università, Territorio:
Mercoledì 21 maggio, alle ore 17, il Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società (LASS) presenterà il progetto MoRE: un museo virtuale per il non realizzato (referente di progetto Vanja Strukelj). Inaugurato nel 2012, MoRE (a museum of refused and unrealised art projects) è un museo virtuale creato e sviluppato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento LASS, dottori di ricerca, dottorandi, giovani curatori e professionisti nell’ambito del management culturale e della comunicazione. MoRE si propone di raccogliere documentazione digitale relativa a progetti artistici non realizzati, che vengono acquisiti dagli autori attraverso donazione, per costruire un archivio open access che consenta di riflettere sulle pratiche artistiche dalla seconda metà del Novecento fino all’oggi e sul tema del non realizzato.
La selezione degli artisti e delle opere, la conservazione dei documenti digitali, la catalogazione, l'analisi critica, l’“allestimento” dei materiali, le modalità di presentazione al pubblico rappresentano altrettanti interessanti momenti di confronto e verifica metodologica che investono l’analisi dell’architettura dell’informazione nel World Wide Web, il ruolo dell’archivio nel dibattito contemporaneo, il dibattito sul museo e sulle esposizioni proprio in relazione alle potenzialità attuali del web. MoRE vuole intercettare pubblici differenti e individuare livelli e piani di fruizione diversificati: un archivio per specialisti, ma anche uno spazio in cui poter “muoversi” secondo itinerari di volta in volta rinnovati.
Mercoledì 28, alle ore 17, sarà la volta del Dipartimento di Scienze degli Alimenti che presenterà il progetto Microbi Amici (referente di progetto Benedetta Bottari) che vuol far conoscere alla collettività quelli che sono gli aspetti positivi delle interazioni tra microrganismi e vita attraverso gli alimenti che quotidianamente consumiamo fino alla stretta interazione tra microrganismi-intestino-salute.
La nostra dieta è ricca di alimenti che devono le loro caratteristiche sensoriali (aromi sapori, consistenze) e, non meno importante, la loro stabilità, a batteri, lieviti e muffe che trasformano le materie prime negli apprezzati prodotti finiti. La maggior parte di tali alimenti viene prodotta secondo metodiche tradizionali che sono le stesse da secoli, ma che grazie alla ricerca risultano oggi meglio comprese e possono essere indirizzate e monitorate. È ancora grazie alla ricerca scientifica che sempre più note sono le evidenze scientifiche dei benefici che i microrganismi che abitano nell’intestino hanno sulla salute del consumatore. Il ruolo dei microrganismi “buoni”, sia nelle trasformazioni degli alimenti sia sulla salute, difficilmente viene percepito da chi non si occupa dello studio della microbiologia degli alimenti e molto spesso rimane sconosciuto. Microbi Amici si propone di “raccontare” in modo molto semplice, in che modo i microrganismi siano responsabili delle suddette interazioni positive, contando sulle competenze e sull’esperienza maturate nel corso di anni di ricerca nel campo della microbiologia degli alimenti da parte dei soggetti coinvolti nel progetto.
Infine, mercoledì 4 giugno, sempre alle ore 17, il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra presenterà il progetto L’arte al microscopio: indagini scientifiche sui nostri tesori artistici ed archeologici (referenti di progetto Danilo Bersani e Pier Paolo Lottici). La strumentazione spettroscopica, ed in particolare la micro-spettroscopia Raman, presente nel Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, consente di determinare la composizione di materiali tramite analisi su scala micrometrica e completamente non distruttiva. Questo ha consentito l’instaurarsi di una serie di importanti collaborazioni nazionali ed internazionali, con enti pubblici e privati, sullo studio dei materiali presenti in opere d’arte, reperti archeologici e pietre preziose. Il lavoro di ricerca, partito dall’analisi dei pigmenti del cosiddetto “Giallo Parma”, si è evoluto verso lo sviluppo di una metodica di analisi micro-invasiva in grado di determinare pigmenti e prodotti di degrado in dipinti, in particolare sui dipinti murali. Tale tecnica è stata applicata a diverse grandi opere del nostro territorio, quali le opere pittoriche di Parmigianino, Correggio, Anselmi, permettendo di ampliare la conoscenza delle tecniche pittoriche di questi grandi artisti.
Le indagini permettono di definire lo stato di conservazione di un’opera d’arte (dipinto su tela, affresco) indagando i prodotti di degrado e forniscono indispensabili informazioni per gli interventi di recupero, restauro e conservazione.
Le stesse tecniche spettroscopiche possono essere applicate ad altre classi di materiali di interesse culturale, ma anche economico. Per esempio, un’interessante applicazione è legata all’analisi di pietre preziose e materiale gemmologico. Le tecniche impiegate consentono il riconoscimento non solo di gemme singole, ma anche di gemme montate o incastonate in reperti archeologici, in maniera completamente non invasiva.