Sport, restano molte barriere da abbattere
Se ne è parlato in un convegno a Palazzo del Governatore a conclusione delle manifestazioni della Giornata internazionale contro l’omofobia.
Si è conclusa a Palazzo del Governatore la lunga serie di iniziative organizzate da Comune e associazioni di volontariato per celebrare la Giornata Internazionale contro l’omofobia.
Nel convegno – coordinato dal vicesindaco Nicoletta Paci - si è parlato delle discriminazioni sessuali presenti nel mondo dello sport, che sono purtroppo ancora molte e pesanti.
E’ partito da lontano il sociologo Mauro Valeri, esperto in materia e autore del libro “Stare ai giochi”:” Lo sport – ha ricordato Valeri - non si trova neppure citato nella Costituzione, e in nome dello sport sono state storicamente consumate tante odiose discriminazioni che non finiscono neppure ora”.
E Valeri ha documentato il suo pensiero, ricordando che dallo statuto del Coni, ad esempio, la parola “razza” è stata cancellata solo nel 1999. Quindi ha parlato dell’omofobia nel calcio (”sembra che calciatori omosessuali non ne esistano”) e ha reso noto un curioso aneddoto di un allenatore della Juventus cacciato negli anni Trenta per aver avuto rapporti omosessuali con un giocatore (noto e bravo).
“La società del Liverpool partecipa al gay pride, la Nazionale olandese pure – ha ricordato il sociologo – ma in Italia nessuno esce allo scoperto. Insomma – ha affermato – l’omosessualità nello sport da noi è un argomento tabù. Ancora più difficile è la situazione dei transessuali e degli intersessuali: per loro prove umilianti, sospetti che aleggiano, e materiale impossibilità di arrivare ai vertici.
Carlo Balestra, dirigente della Uisp e responsabile dei “mondiali di calcio antirazzisti” ha illustrato le iniziative dell’associazione per smuovere le acque torbide della negazione e dell’indifferenza. In particolare ha elencato la mostra su “European Gay and Lesbian Sport Generation”, il lavoro della UISP nelle carceri (a Parma è all’avanguardia), i dibattiti previsti nell’ambito dei mondiali antirazzisti, che saranno sempre più un luogo di sport e di cultura, con regole flessibili, improntate all’affermazione dei valori e dei diritti.
Infine Balestra ha annunciato la provocatoria creazione di un laboratorio che vedrà impegnati insieme migranti e ultras: “Sicuramente – ha concluso – darà buoni risultati”.