ISTITUZIONE / 17.06.14

Lettera aperta dell’assessore Cristiano Casa ai cittadini di Parma

L'assessore Casa si rivolge ai cittadini di Parma in occasione dell'imminente entrata in vigore del regolamento "movida": verso gli incivili, tolleranza zero.
Movida in via Farini

“Avevamo detto che ci avremmo lavorato e puntualmente lo abbiamo fatto.
Il Regolamento della Convivenza Civile, comunemente definito sulla movida, è il più completo e specifico codice sulla salvaguardia della città e dei suoi monumenti, ed entrerà in vigore il prossimo 26 giugno.
È infatti  arrivato il momento di dire basta ad una minoranza di incivili privi di rispetto per Parma ed i suoi abitanti. C’è chi ancora oggi non si vergogna di urinare sulle pareti dell’Ospedale Vecchio o nei vicoli adiacenti, di sporcare le scale del Teatro Regio con residui di alimenti e bevande, di lasciare cartacce sulle scale dei Portici del Grano o su quelle del Duomo.
Tutti dobbiamo dotarci di civismo e di rispetto verso il prossimo, ma laddove entrambi scarseggiano, meglio prevenire con un regolamento che non sia duro, ma giusto; che non sia severo, ma equo, che non sia timoroso, ma determinato. 
I nostri edifici storici non sono solo un biglietto da visita per i turisti, ma simboli della storia millenaria di Parma.
Se la civiltà della maggioranza, se l’educazione familiare o le sanzioni dei vigili non sono sufficienti per difendere la città dagli incivili, allora meglio dotarsi il prima possibile di un Regolamento che li sappia individuare e isolare.
In estrema  sintesi vietare l’uso improprio prolungato delle strutture storiche e la consumazione di cibi in prossimità delle stesse – si badi, non il sostare, il riposare per breve tempo o il bere acqua -mi paiono un prezzo equo rispetto a quanto si chiede: non sporcare la città e soprattutto rispettare chi la vive.
E a chi pensa che reprimendo l’inciviltà si limiti a tutti un poco di libertà, rispondo che non ci sarebbe bisogno di questo, se anziché prendersela con le regole ce la prendessimo con i trasgressori. In una società che si dice civile vale pur sempre un concetto: maleducazione e menefreghismo si combattono all’interno del focolare domestico e già in giovane età.
L’amministratore pubblico, invece, presuppone di parlare con cittadini consapevoli che degradare la propria città sia un danno per tutti oltreché per se stessi”.

 

 

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