L’8 settembre a Parma.
Ricordare per non dimenticare coloro che l’8 settembre 1943 fecero una scelta: quella in nome della libertà e della democrazia.
Parma ha ricordato l’8 settembre. A villa Braga, dove si è concluso, il percorso che è iniziato sotto i Porti del Grano, il vicesindaco Nicoletta Paci, Francesco Castria per la Provincia, Giuseppe Romanini per i parlamentari di Parma e Roberto Spocci per le Associazioni partigiane hanno rimarcato l’importanza di una data che ha segnato uno spartiacque nella storia d’Itala.
Fu proprio a villa Braga che si costituì il nucleo di antifascisti che decisero di “fare una scelta”, come ha ricordato Spocci, quella di combattere contro l’autoritarismo e la dittatura.
Il vicesindaco, Nicoletta Paci, lo ha sottolineato nel suo intervento. “E’ importante ricordare i valori – ha detto – che sono fondamento dalle Repubblica Italiana e che trovarono nel coraggio dei protagonisti di quei giorni un punto importante per l’avvio di una nuova stagione nella storia d’Italia”.
“Fu il momento delle decisioni – hanno sottolineato Francesco Castria e Giuseppe Romanini -, fu il tempo in cui la Resistenza rappresentò il collante per coloro che si identificavano nei valori comuni di libertà, indipendenza, capacità di scelta autonoma rispetto ad un regime, quello fascista, che non lasciava spazio alla partecipazione”.
Nei venti mesi che trascorsero tra il settembre del 1943 e la liberazione, il 25 aprile 1945, Parma pagò un prezzo molto alto. Furono settemila e cinquecento “i fratelli partigiani combattenti che costrinsero alla resa e misero in fuga del nemico”, seicentonovanta quattro i caduti con le armi in pugno per la redenzione dell'Italia, quattrocento i morti sepolti sotto le macerie della città straziata dai bombardamenti aerei, cinquecentotredici feriti, mutilati e invalidi, ventuno i dispersi, centonovanta deportati. Parma si rivoltò contro il fascismo per difendere la propria identità di città libera e democratica, in nome degli stessi ideali che, nel 1922, videro opporre le “Barricate” alla tracotanza fascista.
E non è un caso che il gonfalone della Città di Parma sia decorato con la medaglia d’oro al valor militare assegnata il 9 settembre 1947 per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Una corona di fiori è stata deposta nei luoghi simbolo: la targa che ricorda , in borgo San Vitale, la costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale, in piazzale San Francesco, al monumento che ricorda gli ammiragli Campioni e Mascherpa; al Palazzo Ducale ex sede della scuola di applicazione di fanteria, ora sede del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri; in piazzale Rondani al monumento delle Barricate, in piazzale Marsala, sulla lapide che ricorda il 33° Reggimento Carristi, al cimitero della Villetta, per concludersi a villa Braga.
Per il Comune hanno partecipato il consigliere Roberto Furfaro e il comandante della municipale Gaetano Noè e i rappresentanti di Assoarma, del’Associazione Nazionale ex Deportati, dell’Associazione Divisione Acqui, dell’Associazione Partigiani Cristiani e dell’Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti.