Tre milioni per il recupero funzionale del San Paolo
L'ex convento individuato come sede del progetto “I chiostri del Correggio – Parma, cultura dell'eccellenza agroalimentare”, che verrà finanziato dalla Regione con fondi europei.
Parma è pronta a presentare il progetto per “catturare” i finanziamenti europei previsti all'interno del “Programma Operativo Regionale” messo a punto dalla Regione Emilia Romagna per il periodo 2014 – 2020, che definisce strategia e interventi di utilizzo delle risorse comunitarie assegnate alla Regione dal Fondo europeo di sviluppo regionale, nel quadro della politica di coesione, per la crescita economica e l'attrattività del territorio.
Lo farà presentando un progetto denominato “I chiostri del Correggio – Parma cultura dell'eccellenza agroalimantare”, che comporta un parziale restauro (si prevede una spesa di circa 4 milioni nel breve – medio periodo, sui dieci che servirebbero per sistemare l'intero comparto) e soprattutto nuove funzioni di utilizzo del complesso architettonico ex Convento.
Lo ha annunciato l'assessore Michele Alinovi in un affollato incontro in Municipio al quale sono intervenuti i “colleghi” di Giunta direttamente interessati, Laura Maria Ferraris, Cristiano Casa e Giovanni Marani, insieme a dirigenti e tecnici dei settori comunali coinvolti e ai rappresentanti di organizzazioni ed enti a vario titolo interessati alla elaborazione e attuazione del progetto stesso.
Erano presenti, fra gli altri, rappresentati di Fondazioni, Ordini professionali, Università, mondo imprenditoriale, consorzi ed istituzioni culturali.
“I tempi del Piano Operativo sono ben delimitati – ha reso noto l'assessore Alinovi – i finanziamenti arriveranno nella seconda metà del 2016, per Parma si tratterebbe di 3 milioni di euro, ed entro il 2018 dovremo rendicontare l'esito del lavoro fatto alla Regione. Gli obiettivi principali – ha continuato l'assessore – sono l'attrattività della città e il rafforzamento dell'offerta culturale, utilizzando questo edificio storico – monumentale per farne sede di laboratori urbani aperti, incentrati su innovazione, spazi attrezzati, agenda digitale, in un progetto vivo e aperto al territorio, ai contributi di imprese, Università, cittadini, che sappia coniugare la valorizzazione dei beni culturali ad una azione importante di rigenerazione urbana, lavorando sul tema assegnato e condiviso con la Regione del ruolo di Parma nell'ambito della cultura dell'eccellenza agroalimentare. Ma sarà anche – ha concluso Alinovi – l'affermazione più generale della nostra identità come terra dell'arte, della musica e del buon cibo”.
Il complesso monumentale del monastero di San paolo diventerà dunque il nucleo centrale di un nuovo sistema integrato, con tre funzioni e aree di intervento già individuate: promozione e valorizzazione turistica del territorio; luogo di “contemplazione” delle emergenze artistiche presenti, quali la Camera di San Paolo e la Pinacoteca Stuard; luogo di ri-creazione nel suo significato più estensivo. Ciascuna di queste funzioni ruoterà attorno a uno dei tre chiostri presenti (da qui il titolo del progetto).
Il budget sarà equamente distribuito fra l'allestimento e al gestione dei laboratori aperti (che stanno all'origine dell'iniziativa promossa in sede regionale) e le opere connesse per renderli fruibili, che vedranno anche un intervento finanziario diretto del Comune, come previsto nel piano triennale degli investimenti.
Nell'attuazione del progetto interverranno diversi assessorati: “Il nostro compito – ha precisato Laura Maria Ferraris – sarà quello di valorizzare e migliorare la presenza delle attività culturali che vivranno all'interno del comparto”.
Il legame con la candidatura di Parma a città Unesco della gastronomia è stato sottolineato dall'assessore Cristiano Casa:” Nello spazio destinato alla promozione del territorio – ha affermato l'assessore al turismo e attività produttive – vorremo trattare il tema della gastronomia e dell'agroalimentare, ma anche fare del San Paolo la sede di una vera e propria agenzia per la promozione territoriale”.
Di innovazione e tecnologia, che sono uno degli assi portanti del progetto stesso, si occuperà l'assessore Giovanni Marani: “L'innovazione e la tecnologia - ha però avvertito l'assessore – per quanto importanti, devono essere intesi come strumenti per produrre soluzioni concrete in questi laboratori aperti, che non saranno necessariamente legati alla digitalizzazione, ma anche all'artigianato di servizio e alla formazione per creare nuove opportunità”.
La candidatura di Parma con il progetto da finanziare andrà formalizzata entro il mese di settembre, nel 2016 bisognerà poi individuare il gestore e a fine del 2017 il laboratorio dovrà essere operativo e funzionante, anche se i lavori di restauro dell'intero complesso avranno tempi necessariamente più lunghi e saranno vincolati al reperimento di altri successivi finanziamenti.