Anniversario dell'eccidio di Cefalonia e Corfù
La commemorazione del 72° anniversario dell’eccidio di Cefalonia e Corfù è stata rivissuta domenica mattina alla presenza del sindaco, nel cimitero della Villetta.
Era presente uno degli ultimi reduci dei tragici eventi che videro il massacro delle truppe italiane presenti nelle due isole greche, da parte delle truppe tedesche, dopo l’8 settembre 1943. Marco Botti, 97 anni, per 37 sindaco di Albareto, ha ricordato quei terribili giorni. “I tedeschi puntarono le loro micidiali mitragliatrici contro di noi, eravamo 306 e quasi tutti caddero sotto i colpi implacabili dei mitra. Mi salvai per miracolo, mi credettero morto, sepolto sotto i corpi dei mie commilitoni”.
Ricordare per non dimenticare, ha proseguito il sindaco Federico Pizzarotti, è un dovere “a cui siamo chiamati nel nome dei valori per cui hanno sacrificato la vita coloro che hanno creduto nelle libertà e nella democrazia, per costruire un’Italia nuova e un mondo diverso”.
Alla toccante cerimonia hanno partecipato il presidente dell'Associazione Nazionale Divisione “Acqui” sezione di Parma, Fabrizio Prada, che ha citato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Piero Calamandrei a ricordo dei caduti italiani, simbolo di perseveranza ed esempio per le nuove generazioni.
Il corteo è stato aperto dal Gonfalone del Comune e ha visto sfilare i labari di diverse associazioni combattentistiche d’arma, fra cui, bersaglieri, aeronautica, Associazione reduci dell’Egeo, Granatieri di Sardegna sezione di Palanzano, Associazione Marinai d’Italia, Roberto Spocci per Anppia – Associazoine Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti e Donato Carlucci in rappresentanza di Assoarma.
La giornata è proseguita nella chiesa dell'Oratorio dei Rossi, in via Garibaldi, con la celebrazione di una Santa Messa in suffragio dei caduti della Divisione “Acqui”.
L'eccidio di Cefalonia e Corfù fu compiuto da reparti dell'esercito tedesco a danno dei soldati italiani presenti nelle isole greche dopo l'8 settembre 1943, in massima parte i soldati presenti facevano parte della Divisione “Acqui”, ma c’erano anche finanzieri, carabinieri ed elementi della marina. La guarnigione italiana si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite.