ISTITUZIONE / 16.10.15

Pizzarotti, no alla Ti-Bre

“Tempi maturi per una nuova idea di mobilità”. Lettera aperta del sindaco.

Pizzarotti slide

Pizzarotti torna a parlare dell’autostrada Tirreno-Brennero: “Andava bene negli anni ’70. Oggi la mobilità di persone e merci ha bisogno di un nuovo modello, più moderno e meno impattante”

Nella sua storia Parma è sempre stata considerata un crocevia strategico tra il Tirreno, l’Emilia Romagna e il nord Italia. Bene, la pensiamo ancora così, e sempre più di prima, ora che la Regione pare aver accantonato la Tibre su strada. Oggi Parma può davvero giocare un ruolo da protagonista, mettendo sul tavolo dei fatti soluzioni innovative e alternative all’autostrada Tirreno-Brennero, in grado di rilanciare non solo il suo sistema delle comunicazioni, ma per far sì che questo sistema possa essere un volano per il nord Italia, quindi per il Paese. 

Puntare su Pontremolese, aeroporto e Alta Velocità

Per questo mi rivolgo direttamente alla Regione Emilia Romagna e soprattutto al Ministero delle Infrastrutture, pronto a intavolare una nuova fase di discussione per progetti concreti, di sicuro interesse per il parmense e per la striscia industriale ed economica emiliana.

Il territorio e il nostro sistema devono concentrarsi su opere realistiche, quali il completamento della Cispadana, arteria importante per il parmense, con il ponte di Coenzo e il risezionamento della SP 72, e il raddoppio l’intera linea ferroviaria Pontremolese, congiuntura essenziale tra Parma e La Spezia, e infrastruttura di interesse nazionale.

Inoltre, dobbiamo puntare su un numero maggiore di fermate dei treni Alta Velocità nella stazione di Parma e, infine, includere in questo progetto di innovazione territoriale l’aeroporto Giuseppe Verdi, chiudendo definitivamente la sua ventennale stagione d’incertezza, e consolidandone i rapporti con la Medio-padana.

Se Parma unisse le forze e le idee assieme a quelle della Regione, potrebbe portare a casa finanziamenti importanti già con la nuova Legge di Stabilità.

Per noi innovazione e rilancio significano puntare su opere concretamente realizzabili e in parte già esistenti: il nostro scopo deve essere quello di fissare la bandiera del progresso più in là ogni giorno. 

Tibre sì, ma su ferrovia

Nel terzo millennio, infatti, non possiamo più pensare al futuro della mobilità di persone e merci sulla base di mappe stradali del secolo scorso: per l’appunto la Tibre è una infrastruttura pensata negli anni ’70, altri tempi e un’altra Italia.

Davvero crediamo che il domani possa essere concepito utilizzando progetti di 40 anni fa? Lo dico con sincerità: oggi l’Italia ha bisogno di un nuovo modello, la tecnologia e le idee a disposizione sono mature per tracciare un moderno piano di relazione e comunicazione tra i territori.

Dunque riponiamo il progetto della vecchia Tibre nel cassetto e percorriamo altre possibilità, meno impattanti e ben più concrete e innovative.

Nessuno, infatti, ha mai sostenuto che a Parma e all’Emilia non servissero nuove infrastrutture, anzi: non siamo i professionisti del no che chiudono le porte alle grandi occasioni. Semplicemente cerchiamo le migliori per il nostro tempo e nell’interesse collettivo, seguendo e confrontandoci con le linee del progresso europeo.

Per questo, semmai, siamo d’accordo con l’ipotesi di realizzare una Tibre su ferro e non più su strada, meno costosa, più veloce e molto più strategica, in sintonia con quella grande “cerniera” d’Italia quale si è dimostrata essere l’Alta Velocità,.

Penso infine che le infrastrutture sopracitate, di cui Parma rappresenterebbe il perno, metterebbero tutti d’accordo in modo trasversale, rispetto a una Tirreno Brennero autostradale che ha creato dispute e che ha una ultimazione del tutto incerta.