FAMIGLIA E PERSONA / 03.12.16

Una nuova casa per Valentina, Antonella e Costanza

Dal gruppo appartamento alla “Casa ritrovata”: un progetto innovativo di domiciliarità, in via Passo delle Guadine, per tre ragazze con disabilità.

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Sabato 3 dicembre 2016, Giornata Onu per le persone con disabilità, è stato presentato un progetto innovativo di nuova domiciliarità per le persone disabili, che dà risposte mirate alla singola persona e che ha impostato una rete di relazioni e scambi mutualistici fra famiglie e territorio.

All’incontro erano presenti Laura Rossi, assessore al welfare del Comune di Parma, Fabio Faccini, presidente del Consorzio di Solidarietà Sociale, Laura Stanghellini, presidente de “la bula”, Annalisa Rolli, responsabile del settore non autosufficienza del Comune di Parma.

Il progetto di nuova domiciliarità s’iscrive nelle linee del Piano strategico “Il nuovo Welfare di Parma come percorso di sviluppo di comunità” del Comune di Parma (approvato con delibera n.22 del 14.03.2013 dal Consiglio comunale) che prevede, tra gli obiettivi strategici dell’area disabilità di favorire la domiciliarità promuovendo forme innovative. E ‘casa ritrovata’ coglie appieno la sfida con il coinvolgimento attivo delle famiglie delle persone con disabilità che hanno compartecipato e approvato la progettualità e compartecipano alle spese necessarie.

Casa ritrovata”, avviato da alcune famiglie in collaborazione con la cooperativa sociale “la bula” e con il sostegno economico del Comune di Parma, ha compiuto un anno: tre giovani donne con disabilità, Valentina, Antonella e Costanza, vivono in un appartamento a Parma, in via delle Guadine, e sperimentano percorsi di autonomia.

Un nuovo modello di domiciliarità che rende concreta la possibilità di una nuova casa alle tre ragazze con disabilità e alle loro famiglie, offrendo nuove opportunità affettive e tante attività inclusive.

“Essere qui oggi è molto importante” ha sottolineato l’assessore Laura Rossi. “Per il Comune di Parma che ha colto la sfida della nuova domiciliarità e che può guardare a servizi più innovativi; per le famiglie che possono intravedere un utile cammino per dare più autonomia alle loro ragazze e sperare in un futuro sereno; ma è importante essere qui soprattutto per Valentina, Antonella e Costanza, e per ricordare che siamo di fronte a un vero e proprio progetto di vita. E’ questa la scommessa che abbiamo vinto: innovatività e nuovi percorsi per favorire l’autonomia e il benessere delle persone disabili e delle loro famiglie che sono le prime protagoniste dei nuovi percorsi”.

Annalisa Rolli, Responsabile Struttura Operativa Non Autosufficienza del Comune di Parma, ha affermato che "il dopo di noi" porta con sé incertezze, dubbi e timori del tutto condivisibili ed è un tema centrale nella vita delle persone disabili e delle loro famiglie. Un tema che, però, si può iniziare ad affrontare già nel "durante noi", insieme: istituzioni, cooperazione, comunità locale e famiglie, per aggiornare, flessibilizzare, meglio qualificare e mettere in campo nuove idee e risorse come quella che oggi presentiamo".

Anche Fabio Faccini, presidente del Consorzio di Solidarietà Sociale, ha sottolineato: "Le case ritrovate nascono dall’esperienza della cooperazione sociale e rappresentano un percorso di autonomia essenziale per le persone disabili, sia in relazione al loro bisogno di socialità, che nello sviluppo delle proprie capacità individuali. Un progetto presente anche in ambito provinciale, che non sarebbe possibile al di fuori di una rete ampia di sostegno in cui la comunità e la famiglia svolgono un ruolo essenziale e la cooperativa rappresenta l’elemento di tenuta e di raccordo”.

E’ stata Laura Stanghellini per la cooperativa ‘la bula’ a dichiarare che “la bula è molto contenta di vedere e accompagnare il protagonismo delle famiglie, famiglie che hanno avuto il coraggio di affrontare un grande cambiamento: passare da un servizio residenziale a un progetto più complesso e che inevitabilmente le rende parte della progettazione, superando così meccanismi di delega, sicuramente più tranquillizzanti, ma dando così l'opportunità di risposte personalizzate per le proprie congiunte.

La famiglia, grazie al progetto, c'è, appoggia le ragazze e cerca, insieme alla cooperativa, di rispondere ai loro desideri, a quello che vorrebbero, vedendosi adulte, ma non sole”.

La volontà è quella di offrire a tutte “una stanza tutta per sé” e momenti di condivisione collettiva per dare anche alle persone con disabilità un luogo di vita proprio, un mondo personale in cui sperimentare l’autonomia, in cui affinare le proprie abilità, in cui riconoscersi come persone.

Le tre ragazze hanno vissuto insieme, a partire dal 2004, nel gruppo appartamento “Nottambula” sempre gestito dalla cooperativa “la bula”: in collaborazione con il Consorzio di Solidarietà Sociale è stato avviato un percorso di confronto e riflessione con le famiglie nell’ambito del progetto “Case ritrovate” e quindi si è tentata una strada innovativa, arrivando alla Casa di via Passo delle Guadine.

Si tratta di un modo nuovo di costruire una risposta concreta alle famiglie e cominciare a guardare alla problematica del ‘Dopo di noi’: centrali sono i temi dell’accoglienza e dell’autonomia in una prospettiva di vita comunitaria che consente momenti di vita personale.

Il progetto prevede un modello organizzativo con la presenza di un’assistente familiare convivente, una assistente familiare part time, un’educatrice e una coordinatrice della cooperativa “la bula”.

Le due assistenti familiari garantiscono una presa in carico assistenziale continuativa e indispensabile, mentre la figura dell'educatrice è fondamentale per verificare, valorizzare e far crescere dove possibile le autonomie e le capacità delle ragazze e mediare negli aspetti relazionali.

Nel caso specifico, infatti, le famiglie sono passate da un servizio strutturato a cui delegavano in modo forte la cura della propria congiunta, ad un modello dove loro per prime si mettono in gioco e dunque, a fronte di soddisfazioni ed entusiasmi, emergono anche paure e fragilità che vengono accolte e sostenute dalla cooperativa.

In questo 2016 si celebra un’edizione speciale della Giornata Internazionale per le persone disabili indetta dalle Nazioni Unite.

Il 3 dicembre 2016, infatti, ricorre il venticinquesimo anno che coincide con il decimo anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Per questo, l’Organizzazione Internazionale ha deciso di arricchire di ulteriore significato questa giornata dedicata all’informazione, alla sensibilizzazione e al sostegno in merito ai diritti e al benessere dei disabili. Il 3 dicembre sarà anche un momento per trarre un bilancio sugli sforzi fatti in favore dell’inclusione sociale e dello sviluppo sostenibile.