Una rosa sul banco
Il sostegno al lutto per eventi traumatici e suicidio nella rete con la scuola.
Sabato 17 febbraio, dalle 8.30 alle 17.30, presso il Distretto del Cinema di Parma in Via Mafalda di Savoia, 17 a Parma, si terrà il seminario dal titolo ''Una rosa sul banco - Il sostegno al lutto per eventi traumatici e suicidio nella rete con la scuola''.
Il suicidio, e in particolar modo quando l'autore del gesto è un adolescente, è un evento estremamente traumatico per tutta la comunità (famiglia, scuola, società sportive, luoghi di lavoro, etc), che necessita, per essere elaborato, di processi di grande complessità. Esperienze e ricerche mostrano come sia importante intervenire tempestivamente ed in modo competente in queste situazioni per ridurre i rischi connessi.
L'iniziativa intende quindi promuovere una riflessione e un confronto sulla tematica, con l'obiettivo di proporre modelli e interventi efficaci, in rete con la scuola.
Interverranno: Antonio Piotti Psicologo, Psicoterapeuta ‘Il Minotauro’, Docente Filosofia Liceo ‘Agnesi’ Milano, Giulia De Monte, Psicologa, Psicoterapeuta, ‘Il Minotauro’, Milano, Anahi Alzapiedi Psicologa, Psicoterapeuta, Dir. Attività Socio Sanitarie, Direttrice ff UOC Psicologia Clinica e di Comunità AUSL Parma, Mari Cavalli, Associazione STAY, Francesca Durante, Psicologa, specializzanda in psicoterapia, Arc en Ciel, Michele Guerra, Assessore alla Cultura e ai Giovani del Comune di Parma, Filippo Fritelli, Presidente Provincia di Parma, Andrea Grossi, Dirigente Scolastico Liceo delle Scienze Umane e Scuola Secondaria di I° Grado ‘Parmigianino’, Parma, Enrica Pedrelli, Psicologa, Psicoterapeuta, SIPEM-ER, Parma, Valentina Rodolfi, Psicologa, Psicoterapeuta, Arc en Ciel, SIPRe, Fabio Vanni, Psicologo, Psicoterapeuta, AUSL Parma, Progetto Adolescenza.
L'iniziativa è organizzata da Comune di Parma, Ausl di Parma, Associazione culturale STAY, Arc en Ciel, SIPEM-ER, SIPRe.
Gli eventi traumatici, in particolare quelli autoprocurati come il suicidio, pongono alle comunità di vita delle persone che li compiono l’esigenza di processi elaborativi di grande complessità, soprattutto se l’autore del gesto è un adolescente. Darsi conto da parte di un insegnante, di un dirigente scolastico, di un gruppo di compagni di classe del perché Francesco non c’è più o del perché Marina sia sparita non è cosa facile.
In molte parti del mondo sono attivi sistemi d’intervento che aiutano i survivors ad una digestione dell’evento, contengono i rischi di emulazione ed i fenomeni di risonanza affettiva che possono essere molto intensi, danno un senso più comprensibile all’accaduto e ai vissuti che ne derivano all’interno delle organizzazioni. In alcuni paesi questi programmi si estendono agli eventi traumatici in generale (incidenti, azioni criminali, etc), eventi purtroppo tutt’altro che rari anche nelle nostre comunità scolastiche e di vita (società sportive, gruppi amicali, luoghi di lavoro) degli adolescenti.
E’ attivo a Milano da alcuni anni un progetto di post vention suicidaria che vede in collaborazione alcuni soggetti pubblici e privato-sociali. Abbiamo chiesto a due degli psicologi referenti di questo progetto di raccontarcelo e di confrontarsi con noi su di esso per valutare la sua replicabilità, mutatis mutandis, nella nostra realtà.