2010 nel segno della cultura: da Bob Dylan ai premi Nobel
Due premi Nobel, un’autentica leggenda della musica mondiale, vari artisti di fama e spessore internazionale: il 2010 parmigiano sarà, ancora una volta, nel segno della programmazione culturale d'eccellenza. Bob Dylan, ma anche Dario Fo, Mario Monicelli, Herta Müller, Dianne Reeves e Luis Sepúlveda: ecco i grandi personaggi attesi nella nostra città nei prossimi mesi.
Due premi Nobel, un’autentica leggenda della musica mondiale, vari artisti di fama e spessore internazionale: il 2010 parmigiano sarà, ancora una volta, nel segno della programmazione culturale d'eccellenza. Bob Dylan, ma anche Dario Fo, Mario Monicelli, Herta Müller, Dianne Reeves e Luis Sepúlveda: ecco i grandi personaggi attesi nella nostra città nei prossimi mesi.
“I nomi di questo programma culturale 2010 – tiene a sottolineare il Sindaco Pietro Vignali – non hanno certo bisogno di presentazioni e confermano, una volta di più, come Parma voglia potenziare, soprattutto in tempo di crisi, la sua già consistente offerta culturale: produrre cultura per noi significa non solo investire in un’eccezionale ricchezza immateriale, ma anche migliorare la qualità della vita di tutti e favorire processi virtuosi a sostegno del tessuto socio-economico del nostro territorio. E’ un investimento fondamentale, che, come abbiamo spiegato, risponde a una precisa vocazione della nostra città”.
“Riteniamo – spiega l’Assessore alla Cultura Luca Sommi – che il confronto, soprattutto quando è stimolato attraverso proposte di qualità e avviene con protagonisti assoluti della cultura mondiale, possa influire in modo decisivo sulla crescita di una città: i grandi maestri che abbiamo invitato consentiranno di riflettere, mettersi in gioco, consolidare la presenza di Parma nei più avanzati circuiti culturali internazionali”.
Da sottolineare alcune importanti collaborazioni organizzative: in particolare, Arci-Caos (per Bob Dylan) e Guanda (per Sepúlveda e Fo). Ecco, nello specifico, gli artisti e le manifestazioni che li accoglieranno.
BOB DYLAN – Autentica leggenda della musica mondiale, il cantautore statunitense parteciperà, con uno speciale concerto, al ParmaPoesia Festival che si terrà nella terza settimana di giugno.
NOTE BIOGRAFICHE - Bob Dylan, nato col nome di Robert Allen Zimmerman, (Duluth, 24 maggio 1941), cantautore, compositore, si è distinto anche come scrittore, poeta, pittore, attore e conduttore radiofonico: è una delle più importanti figure degli ultimi cinquant'anni nel campo musicale, in quello della cultura popolare e, secondo molti, della letteratura. La maggior parte delle sue canzoni più conosciute risale agli anni sessanta, quando l'artista si è posto come figura chiave del movement, il movimento di protesta americano. Canzoni come Blowin' in the Wind e The Times They Are A-Changin' sono diventate gli inni dei movimenti pacifisti e per i diritti civili. I testi delle sue prime canzoni affrontano temi politici, sociali e filosofici, e risentono di influenze letterarie, sfidando le convenzioni della musica pop e appellandosi alla controcultura del tempo. Nel corso degli anni Dylan ha ampliato e personalizzato il suo stile musicale arrivando a toccare molti generi diversi come folk, country/blues, gospel, rock and roll, rockabilly, jazz e swing, ed anche musica popolare inglese, scozzese ed irlandese. Assimilabile agli artisti di genere burlesque, Dylan si esibisce suonando chitarra, tastiera e armonica a bocca. Supportato da un gruppo di musicisti in continuo cambiamento, è in tournée dagli anni ottanta in quello che è chiamato Never Ending Tour. Molti grandi artisti hanno suonato con lui, tra cui John Fogerty, The Band, Tom Petty, Joan Baez, George Harrison, The Grateful Dead, Johnny Cash, Willie Nelson, Paul Simon, Eric Clapton, Patti Smith, Emmylou Harris, Bruce Springsteen, U2, The Rolling Stones, Joni Mitchell, Jack White, Merle Haggard, Jeff Lynne, Neil Young, Van Morrison, Ringo Starr, Mark Knopfler, Stevie Ray Vaughan, Carlos Santana, The Byrds, Roger McGuinn, Ramblin' Jack Elliott e Stevie Nicks. Benché i risultati come interprete di dischi e dal vivo costituiscano il nerbo della sua carriera, è la scrittura delle canzoni a essere generalmente considerata il suo più grande contributo. Dylan è stato premiato più volte. I suoi album hanno ricevuto Grammy Award, Golden Globe e Academy Awards, ed egli è stato incluso nella Rock & Roll Hall of Fame, nella Nashville Songwriters Hall of Fame e nella Songwriters Hall of Fame. Nel 1999 è stato inserito dal TIME tra le cento più influenti personalità del XX secolo e nel 2004 è stato classificato come il secondo più grande artista rock di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone, preceduto dai Beatles Il suo album Modern Times, pubblicato il 29 agosto 2006 è stato nominato Album dell'Anno dalla rivista Rolling Stone. Nel gennaio 1990 il ministro della cultura francese Jack Lang lo ha nominato Commandeur des Arts et des Lettres, nel 2000 è stato insignito del Polar Music Prize dalla Accademia Reale svedese di musica[9] e nel 2007 del Premio Principe delle Asturie. È stato proposto più volte per il Premio Nobel per la Letteratura ed è stato insignito del premio Pulitzer alla carriera nel 2008.
DARIO FO – Il premio Nobel per la letteratura 1997 parteciperà, insieme con la moglie Franca Rame, alla prossima edizione di Settembre Italiano.
NOTE BIOGRAFICHE - Compiuti gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 cominciò a lavorare per la radio e la televisione come attore e autore di testi satirici. A Roma, dal 1955 al 1958 lavorò come soggettista per il cinema. Nel 1956 scrisse e interpretò, insieme al drammaturgo Franco Parenti, un varietà per la radio intitolato Non si vive di solo pane, che lo stesso Fo ricorderà in seguito come uno dei suoi programmi di maggior successo. Dal 1958 al 1968 Fo e la moglie, che nel frattempo avevano fondato la Compagnia Dario Fo - Franca Rame, prepararono una serie di brevi pezzi per lo spettacolo di varietà televisivo della RAI Canzonissima. Nel 1968 venne fondato il gruppo teatrale Nuova Scena, con l'obiettivo di ritornare alle origini popolari del teatro ed alla sua valenza sociale. Le rappresentazioni avvenivano in luoghi alternativi ai teatri ed a prezzo politico. Nel 1969 Fo portò in scena con grande successo Mistero buffo egli, unico attore in scena, recitava una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in Grammelot. Negli anni settanta, Fo si schierò con le organizzazioni extraparlamentari di estrema sinistra e fondò il collettivo La Comune, con la quale tentò con grande passione di stimolare il teatro di strada. Al 1970 risale Morte accidentale di un anarchico, con il quale Fo tornò alla farsa ed all'impegno politico era chiaramente ispirata al caso della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli ma, per evitare la censura, si ispirava ufficialmente ad un evento analogo avvenuto negli Stati Uniti all'inizio del XX secolo. Nell'opera, Luigi Calabresi è il dottor Cavalcioni, che posiziona gli interrogati a cavalcioni di una finestra. Il teatro di Fo possiede la caratteristica di cogliere l'attualità anche in argomenti che a prima vista ne sono lontani altra costante è quella dell'anticlericalismo. Questi due elementi sono evidenti nella commedia del 1989 Il papa e la strega. Il 1992 fu l'anno della celebrazione dei cinque secoli dalla scoperta dell'America e Fo la raccontò alla sua maniera in Johan Padan a la descoverta de le Americhe. Dopo il premio Nobel (1997, la produzione di Fo ha continuato a seguire le due strade parallele della commedia farsesca (Il diavolo con le zinne, 1997) e del monologo costruito sul modello archetipico del Mistero buffo (da Lu santo jullare Francesco del 1999 allo spettacolo-lezione Il tempio degli uomini liberi del 2004).
MARIO MONICELLI – Nell’ambito di “… bisogno di eroi…”, ciclo di incontri che si tiene nella Sala Concerti della Casa della Musica ed è condotto dal traduttore e saggista Luca Fontana, il 9 aprile interverrà il regista Mario Monicelli.
NOTE BIOGRAFICHE - Mario Monicelli (classe 1915), regista e sceneggiatore italiano, è tra i principali esponenti della commedia all'italiana insieme a Dino Risi e Luigi Comencini. Assieme a Alberto Mondadori, amico (oltre che cugino, figlio della zia Andreina Monicelli e dell'editore Arnoldo) e collaboratore, dirige nel 1934 il cortometraggio Cuore rivelatore, a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, I ragazzi della via Paal, presentato e premiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Sotto uno pseudonimo, Michele Badiek, dirige nel 1937 il suo primo lungometraggio, insieme ad alcuni amici, Pioggia d'estate, con Ermete Zacconi ripreso nella sua villa di Viareggio. Critico cinematografico dal 1932, negli anni tra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto-regista e come sceneggiatore, collaborando a circa una quarantina di titoli. L'esordio registico ufficiale avviene in coppia con Steno, con una serie di film che i due registi realizzano su misura per Totò, tra i quali spicca il celebre Guardie e ladri (1951). Dal 1953 inizia a lavorare da solo, continuando la feconda attività di sceneggiatore, che lo porta a contatto con molti altri famosi cineasti dell'epoca. Monicelli ha firmato alcuni capolavori del dopoguerra italiano. I soliti ignoti del 1958 vanta un cast eccezionale, composto da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale. L'anno successivo, Monicelli gira quello che molti considerano il suo capolavoro, il film che lo rende famoso oltre i confini italiani, La grande guerra, Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar. Il film, lontano dagli stereotipi classici della commedia, ha un tono tragicomico che tocca in maniera delicata un argomento molto difficile come la tragedia della Prima guerra mondiale. Le interpretazioni di Alberto Sordi e Vittorio Gassman danno all'opera un notevole valore aggiunto. La seconda nomination all'Oscar arriva nel 1963 con I compagni. Nel dittico burlesco L'armata Brancaleone (1966) e Brancaleone alle crociate (1970), Monicelli inventa un “nuovo” e personalissimo Medioevo. Tra gli altri film di rilievo vanno menzionati La ragazza con la pistola, terza nomination all'Oscar (1968), Romanzo popolare (1974) e i primi due capitoli della trilogia di Amici miei (1975, 1982) - quello conclusivo (1985) verrà infatti diretto da Nanni Loy - ma anche Un borghese piccolo piccolo (1977) e Il marchese del Grillo (1981) entrambi con grandi interpretazioni di Alberto Sordi, mentre tra gli ultimi spiccano Speriamo che sia femmina (1986) e Parenti serpenti (1992) negli ultimi anni ha inoltre cercato nuove strade espressive, passando al documentario (Un amico magico: il maestro Nino Rota, 1999) e alla fiction televisiva (Come quando fuori piove, 2000). Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani. A 91 anni è tornato al cinema con un nuovo film, Le rose del deserto (2006).
HERTA MÜLLER - Il premio Nobel per la letteratura 2009 interverrà nell’ambito di uno speciale incontro, inserito nel ParmaPoesia Festival in programma la terza settimana di giugno.
NOTE BIOGRAFICHE - Nata il 17 agosto 1953 a Nitchidorf, in Romania, figlia di contadini della minoranza tedesca, la scrittrice, poetessa e saggista è nota per la descrizione della dura vita sotto il regime comunista di Ceausescu. Nel 1987 fuggì dalla Romania insieme al marito dopo essere stata licenziata nel 1979 (era traduttrice di tedesco) perché si era rifiutata di collaborare con la Securitate, la famigerata polizia segreta del regime. Il suo primo libro stampato in Romania (Niederungen), ma scritto in tedesco, apparve solo in una versione censurata nel 1982. Quando finalmente riuscì a ottenere dalla Securitate il dossier di 914 pagine che la riguardava, Herta Müller scoprì che veniva definita «un pericoloso nemico dello Stato da combattere». Attualmente Herta Müller vive a Berlino e dal 1995 è membro dell'Accademia tedesca di letteratura. I suoi ultimi libri tradotti in italiano sono “Il paese delle prugne verdi” (Keller editore, 2008) e “Lo sguardo estraneo” (Palermo, Sellerio, 2009). Herta Müller è un'autrice molto nota in Germania e in tutta Europa, dove prima del Nobel ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti.
DIANNE REEVES - La celebre jazzista Dianne Reeves parteciperà alla prima edizione del Parma Jazz Festival, in programma all'inizio di maggio.
NOTE BIOGRAFICHE - L’artista (Detroit, Michigan, 23 ottobre 1956) è considerata una delle più importanti interpreti femminili di jazz del nostro tempo. Vive a Denver, Colorado. All'età di 16 anni cantava alla George Washington High School di Denver, in una big band delle scuole superiori. Quell'anno stesso la big band suonò ad un festival musicale, in cui la sua band vinse il primo premio e fu lì che Dianne incontrò il trombettista Clark Terry, che divenne suo mentore. Un anno dopo, iniziò a studiare musica all'Università del Colorado, prima di trasferirsi, nel 1976, a Los Angeles. Conobbe Eduardo del Barrio ed andò in tour con il suo gruppo “Caldera”. Cantò anche nella jazz band di Billy Child “Night Flights”. Più tardi cantò in tour con Sergio Mendes. Dal 1983 al 1986 è stata in tour con Harry Belafonte come cantante principale. Questo periodo vede la sua prima esperienza con la world music. Nel 1987 diventò la prima vocalist a firmare per la Blue Note Records. Traslocò nuovamente a Denver da Los Angeles nel 1992. Ha cantato alla cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici invernali del 2002 a Salt Lake City. Ha vinto 4 Grammy Awards per la migliore performance jazz vocale per i suoi album:È l'unica cantante ad aver vinto questo Grammy per tre dischi consecutivi.
LUIS SEPÚLVEDA – In novembre Parma dedicherà un’intera giornata al grande autore cileno Luis Sepúlveda.
NOTE BIOGRAFICHE - Luis Sepúlveda (Ovalle, 4 ottobre 1949), scrittore e regista, iniziò a lavorare a 17 anni come redattore del quotidiano Clarìn e poi in radio. Nel 1969 vinse il Premio Casa de las Americas per il suo primo libro di racconti, Crònicas de Pedro Nadie, ed una borsa di studio di 5 anni per l'Università Lomonosov di Mosca. Nella capitale sovietica rimase però solo pochi mesi. Dopo il ritorno in Cile abbandonò la casa paterna per contrasti con il padre e, al contempo, venne espulso anche dalla Gioventù comunista. Si trasferì allora in Bolivia, dove militò tra le file dell'Ejército de Liberaciòn Nacional. Tornato in Cile e conseguito il diploma di regista teatrale, continuò a scrivere racconti, e lavorò ad allestimenti teatrali e alla radio (oltre ad essere responsabile di una cooperativa agricola). Entrò anche a far parte del partito socialista e della guardia personale del Presidente cileno Salvador Allende. A seguito del colpo di stato militare di Augusto Pinochet, Luis Sepúlveda venne arrestato e torturato. La condanna fu commutata in 8 anni di esilio, e nel 1977 lasciò il Cile per andare in aereo in Svezia, dove avrebbe dovuto insegnare lo spagnolo. Al primo scalo, a Buenos Aires, Sepulveda scappò con l'intenzione di recarsi in Uruguay. Molti dei suoi amici argentini e uruguagi erano in prigione o erano stati uccisi dai governi dittatoriali di quei pase, perciò si diresse prima verso il Brasile, a San Paolo e poi in Paraguay, paese che dovette in seguito lasciare per problemi con il regime locale. Si stabilì infine a Quito, in Ecuador ospite del suo amico Jorge Enrique Adoum. Qui riprese a fare teatro e prese parte a una spedizione dell'UNESCO dedicata allo studio dell'impatto della civiltà sugli indios Shuar. Nel 1979 raggiunse le Brigate Internazionali Simon Bolivar che stavano combattendo in Nicaragua. Dopo la vittoria nella rivoluzione iniziò a lavorare come giornalista e l'anno successivo si trasferì in Europa. Si stabilì ad Amburgo per la sua ammirazione nei confronti della letteratura tedesca (aveva imparato la lingua in carcere), specialmente per i romantici come Novalis e Hölderlin. Lavorò come giornalista facendo molti viaggi tra Sud America e Africa. Nel 1982 venne in contatto con l'organizzazione ecologista Greenpeace e lavorò fino al 1987 come membro di equipaggio su una delle loro navi successivamente agì come coordinatore tra i vari settori dell'organizzazione. Dal 1996 vive a Gijon, in Spagna. Tante le opere di successo, da “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” a “Il mondo alla fine del mondo”, fino “L’ombra di quel che eravamo” (2009)" Summit su ambiente e salute, il bilancio finale