Progetto Zec? Non c’erano le condizioni economiche per portarlo avanti
Il Comune dorme e perde i finanziamenti, secondo il Corriere della Sera, ma non è proprio così.
Il Comune dorme e perde i finanziamenti, secondo il Corriere della Sera, ma non è proprio così. In un articolo apparso sul quotidiano milanese di oggi – martedì 14 maggio 2013 a pagina 31, dal titolo: “L’auto elettrica (dimenticata) dalla città di Parma”, viene fatta una ricostruzione per sommi capi in merito alla presunta perdita da parte del Comune di Parma di un finanziamento pari ad oltre 650 mila euro di incentivi per l’auto elettrica adducendo una sostanziale inerzia dell’Amministrazione. Le cose, in realtà, non stanno proprio così, in quanto, tale progetto, denominato progetto Zec, fu avviato dall’Amministrazione Vignali, il referente era Carlo Iacovini già direttore di Infomobility e poi dirigente del Comune. A seguito della note vicende giudiziarie che interessarono il Comune di Parma nella seconda metà del 2011, l’attenzione verso il progetto Zec venne meno. La gestione commissariale, poi, rivide radicalmente le strategie precedentemente impostate relative ai piani di investimenti ed ai bilanci dell’Ente e delle società partecipate del Comune. Di seguito vengono illustrati i passaggi relativi a questo “finanziamento mancato”.
“Il progetto a cui fa riferimento l’articolo del Corriere è il cosiddetto “progetto ZEC” (Zero Emission City), impostato nel 2010 (delibera di giunta n. 1474 del 04/11/2010) su un modello speciale di introduzione della mobilità elettrica in città che si basava, oltre che sulla parte infrastrutturale, anche sulla gestione delle flotte auto, per tramite di IREN e società afferenti al Gruppo IREN (AEMD Torino e Iren Servizi).Il progetto in sintesi prevedeva una prima fase di installazione di 100 colonnine elettriche ed una seconda fase di installazione di ulteriori 200 colonnine elettriche in città, con l’immissione di più di 500 veicoli elettrici. La prima fase del progetto contava sul finanziamento di parte dei Fondi EXMetro per circa € 1,9 milioni poi invece dirottati sulla copertura di debiti del Comune e sul finanziamento di circa 650.000 da parte dell’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas (AEEG). La seconda fase del progetto non aveva al momento della prima stesura del progetto, alcuna copertura economica. Il progetto aveva ottenuto un piazzamento fra i primi 5 finanziabili presso l’AEEG, per il modello speciale presentato, che era quello del “service provider in esclusiva”, anche se la valutazione di AEEG lasciava aperti dubbi sulla non chiarezza di molti aspetti del progetto che si chiedeva fossero dettagliati meglio. Il finanziamento è stato reso noto alla fine di luglio 2011, momento nel quale non era più in Comune il dirigente di riferimento che ne aveva seguito le fasi che era Carlo Iacovini. In gestione Commissariale, per l’esattezza con un incontro avuto il 1 dicembre 2011 a Milano presso la sede dell’AEEG, il Comune provò a riprendere i contatti per poter in qualche modo “salvare” il finanziamento o sua parte ma la cosa si rivelò infattibile in quanto il progetto aveva non solo perduto nel frattempo i finanziamenti dei Fondi ExMetro ma anche l’interesse da parte del maggiore attore che doveva essere IREN”.
In un articolo apparso sul quotidiano milanese di oggi – martedì 14 maggio 2013 a pagina 31, dal titolo: “L’auto elettrica (dimenticata) dalla città di Parma”, viene fatta una ricostruzione per sommi capi in merito alla presunta perdita da parte del Comune di Parma di un finanziamento pari ad oltre 650 mila euro di incentivi per l’auto elettrica adducendo una sostanziale inerzia dell’Amministrazione.
Le cose, in realtà, non stanno proprio così, in quanto, tale progetto, denominato progetto Zec, fu avviato dall’Amministrazione Vignali, il referente era Carlo Iacovini già direttore di Infomobility e poi dirigente del Comune.
A seguito della note vicende giudiziarie che interessarono il Comune di Parma nella seconda metà del 2011, l’attenzione verso il progetto Zec venne meno.
La gestione commissariale, poi, rivide radicalmente le strategie precedentemente impostate relative ai piani di investimenti ed ai bilanci dell’Ente e delle società partecipate del Comune.
Di seguito vengono illustrati i passaggi relativi a questo “finanziamento mancato”.
“Il progetto a cui fa riferimento l’articolo del Corriere è il cosiddetto “progetto ZEC” (Zero Emission City), impostato nel 2010 (delibera di giunta n. 1474 del 04/11/2010) su un modello speciale di introduzione della mobilità elettrica in città che si basava, oltre che sulla parte infrastrutturale, anche sulla gestione delle flotte auto, per tramite di IREN e società afferenti al Gruppo IREN (AEMD Torino e Iren Servizi).
Il progetto in sintesi prevedeva una prima fase di installazione di 100 colonnine elettriche ed una seconda fase di installazione di ulteriori 200 colonnine elettriche in città, con l’immissione di più di 500 veicoli elettrici.
La prima fase del progetto contava sul finanziamento di parte dei Fondi EXMetro per circa € 1,9 milioni poi invece dirottati sulla copertura di debiti del Comune e sul finanziamento di circa 650.000 da parte dell’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas (AEEG).
La seconda fase del progetto non aveva al momento della prima stesura del progetto, alcuna copertura economica.
Il progetto aveva ottenuto un piazzamento fra i primi 5 finanziabili presso l’AEEG, per il modello speciale presentato, che era quello del “service provider in esclusiva”, anche se la valutazione di AEEG lasciava aperti dubbi sulla non chiarezza di molti aspetti del progetto che si chiedeva fossero dettagliati meglio.
Il finanziamento è stato reso noto alla fine di luglio 2011, momento nel quale non era più in Comune il dirigente di riferimento che ne aveva seguito le fasi che era Carlo Iacovini.
In gestione Commissariale, per l’esattezza con un incontro avuto il 1 dicembre 2011 a Milano presso la sede dell’AEEG, il Comune provò a riprendere i contatti per poter in qualche modo “salvare” il finanziamento o sua parte ma la cosa si rivelò infattibile in quanto il progetto aveva non solo perduto nel frattempo i finanziamenti dei Fondi ExMetro ma anche l’interesse da parte del maggiore attore che doveva essere IREN”.