Al Teatro Regio la Famija Pramzana propone “Peppino Verdi”, domenica 24 alle 15.30
La manifestazione è stata presentata dal sindaco in una conferenza stampa in Municipio, alla quale sono intervenuti dirigenti e attori del sodalizio organizzatore.
Nell’anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi il Teatro Regio apre le porte alla commedia dialettale: lo spettacolo “Peppino Verdi”, ambientato ai tempi e tra i conoscenti di Giuseppe Verdi, torna ad essere portato sulla scena grazie alla compagnia dialettale della Famija Pramzana, diretta dal regista Franco Greci, e sarà rappresentata sul prestigioso palco del Teatro Regio, domenica 24, alle ore 15.30.
La manifestazione è stata presentata dal sindaco in una conferenza stampa in Municipio, alla quale sono intervenuti dirigenti e attori del sodalizio organizzatore: “Questa – ha affermato Pizzarotti – è una bella occasione per riportare al Regio una delle nostre compagnie teatrali più prestigiose. Rappresentare in questo teatro una commedia dedicata a Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario è motivo di orgoglio anche per il Comune, che ha sostenuto e patrocinato l’iniziativa, anche come strumento per valorizzare le nostre tradizioni che la Famija tiene vive”.
Soddisfatti anche dirigenti e attori della Compagnia organizzatrice: “Siamo felicissimi di tornare al Teatro Regio dopo 12 anni – hanno affermato il presidente del Circolo Giuseppe Fava e il capocomico Franco Greci, regista dello spettacolo – e soprattutto ci fa piacere avere al nostro fianco il Comune. La prevendita è a buon punto e siamo ormai certi che domenica il teatro sarà pieno. Non è cosa da poco per una compagnia dialettale”.
E’ prevista la partecipazione straordinaria del coro della Corale Verdi, e ci sarà un suggeritore d’eccezione, il Dsèvod Maurizio Trapelli.
Scritta e interpretata la prima volta nel 1938 da Italo Clerici e Romano Preti e ripresa nel 2001, per il centenario della morte del compositore bussetano, la commedia si svolge nel 1824 (primo atto) dove Verdi (che non si vede mai) ha 11 anni ed è temporaneamente ospitato dalla famiglia di Pugnatta, calzolaio di Busseto con la passione della musica e di Napoleone.
Il secondo e terzo atto sono ambientati dieci anni dopo: Verdi è in corsa per diventare maestro di cappella di Busseto e si intrecciano varie storie parallele per una commedia brillante, anche se con una spiccata matrice storica.
L’ingresso è “a pressi popolar”: 20 euro la platea, 15 i palchi e 8 la galleria