Se la terra si scalda…
Grido d’allarme per il pianeta. Il messaggio è chiaro o si cambia sviluppo o si mette a rischio l’equilibrio del pianeta.
E non possiamo aspettarci soluzioni miracolistiche dai grandi della terra, la rotta si può invertire solo se nel nostro piccolo ciascuno di noi farà la sua parte.
Si potrebbe sintetizzare così il convegno che si è tenuto ieri al Ridotto del Regio, organizzato dal Comune di Parma in collaborazione con “Zero Waste Italy”, aperto dall’intervento del sindaco: “Dobbiamo riflettere sul concetto di sviluppo sostenibile – ha affermato Federico Pizzarotti in apertura dei lavori – i mutamenti climatici sono ormai evidenti, piove di più, la nebbia sta scomparendo, e la causa non è affatto naturale, risiede nell’inquinamento, nei consumi energetici, in un modello di sviluppo incontrollato che produce effetti nefasti. Per combatterlo dobbiamo cominciare da noi stessi, dalle piccole cose, dai nostri comportamenti di ogni giorno, anche con messaggi a volte scomodi, come l’implementazione delle corsie preferenziali e degli stalli per le biciclette in sostituzione dei posti auto. La sostenibilità è un problema etico”.
Pienamente in sintonia con Pizzarotti, si è detto Rossano Ercolini, moderatore de convegno, presidente di “Zero Waste Europe”, che ha citato l’esperienza di Capannori, dove i rifiuti zero sono quasi realtà e dove giusto l’altro ieri sono arrivati tre pullman di thailandesi per conoscere l’esperienza della cittadina toscana, dove si fanno crescere i funghi nei fondi di caffè, ed ha stigmatizzato la scelta del Governo di “liberalizzare” l’utilizzo degli inceneritori, che potrebbe fare della food valley una “calamita per rifiuti”.
Erik Assadourian: il coraggio di parlare di decrescita
Che sia felice o meno, per Erik Assadourian (Worldwatch Institute) la decrescita è un obiettivo da perseguire se non vogliamo vedere scomparire diverse città del mondo nel giro di un secolo, a cominciare da Venezia: “La situazione va peggiorando – ha affermato lo studioso – proseguendo con questo modello di sviluppo in cento anni le acque sulla terra si innalzeranno di 6 metri. Dobbiamo rivedere i nostri modelli di consumo, introdurre il concetto di “economia a spirale” in riduzione, fino a quando non potrà diventare “circolare” sulla base di un nuovo assetto in cui produzione e consumi abbiano un loro equilibrio”. Ed ecco le ricette: trasformare la cultura del consumismo, utilizzare la leva fiscale per colpire i comportamenti non corretti, lavorare meno e acquistare meno, estendendo il benessere a tutti in misura più equa, introdurre meccanismi di economia di sussistenza condivisa nella nostra vita quotidiana, fare come Cuba, che, senza volerlo, è diventata il Paese più virtuoso per far fronte agli effetti determinati dalla caduta dell’impero sovietico e dall’embargo sul petrolio.
Paul Connett: il mito e il limite di una crescita impossibile
Professore di chimica ambientale a New York, Paul Connett è uno dei più accreditati propagandisti al mondo dell’opzione rifiuti zero: “Da tempo vengo periodicamente in Italia – ha detto il docente – e trovo che qui ci siano alcune esperienze fra le più virtuose al mondo. Sono insieme a voi per condividere la vostra battaglia – ha continuato elogiando il sindaco accanto a lui – no agli inceneritori, no alle discariche, sì ai rifiuti zero! E Parma – ha aggiunto è una delle comunità che lavora concretamente per raggiungere questo obiettivo. Dei dieci passi che ho individuato per raggiungerlo – ha continuato Connett – voi ne avete già conclusi quattro”, ed ha indicato la strada da percorrere per completare l’operazione: realizzare centri per riutilizzo e riparazione; prevedere incentivi economici per i comportamenti virtuosi; mettere in atto iniziative ulteriori per ridurre la produzione di rifiuti; separare anche quel che resta dal residuo e studiare la frazione non riciclabile anche per individuare le responsabilità dell’industria; progettare la produzione senza rifiuti al consumo; quel poco che resta, compattarlo in discariche temporanee senza seppellirlo e senza bruciarlo. Insomma: “Riduci, Riutilizza, Ricicla, Riprogetta” sono le parole d’ordine di Connett.
Gabriele Folli: “Se tutti facessero come Parma, nel 2020 in Emilia ci sarebbe un solo inceneritore”
L’assessore Gabriele Folli ha concentrato il suo intervento sulla problematica dei rifiuti. Dopo aver illustrato il “sistema Parma”, che ha consentito di arrivare in un 18 mesi al 70% di raccolta differenziata, ha posto l’accento su alcuni parametri che si traducono in minori costi di esercizio e soprattutto in migliori risultati ambientali: i rifiuti residui sono passati a Parma dai 283 Kg/anno per abitante nel 2011 ai 161 Kg attuali, con un riduzione del 43%. Inoltre, separando plastica e vetro si sono triplicati gli introiti dal Conai; in un anno i costi di smaltimento si sono ridotti di 3,5 milioni, compensando l’aumento dei costi del sistema porta a porta, e oggi Parma è la città con la TARI più bassa dell’Emilia Romagna. Il problema degli abbandoni esiste, ma la percentuale non arriva allo 0,1% dei rifiuti raccolti, pari a mezzo chilo l’anno per abitante, a riprova che gli incivili non sono tanti, ma fanno gravi danni al decoro della città. “Con l’introduzione della tariffa puntuale – ha affermato Folli – aumenteremo di circa il 10% la quota di raccolta differenziata, toccando l’80%. Se tutti i comuni della Regione facessero come Parma – ha concluso Folli – nel 2020 l’Emilia produrrebbe solo 466.00 tonnellate di residuo e si potrebbero spegnere 7 inceneritori su 8 presenti sul territorio”.