Dopo l’alluvione: geologi a Parma
Dissesto idrogeologico, cosa si può e deve fare? Se ne è parlato in un incontro pubblico a Palazzo del Governatore.
I numeri delle catastrofi sono impressionanti. Li ha forniti Paola Gazzolo, assessore uscente della Regione Emilia Romagna e commissario per la mitigazione del rischio idrogeolgico: in Italia negli ultimi 50 anni i disastri ambientali hanno prodotto danni per 670 milioni di euro; lo Stato spende ogni anno 3,5 miliardi per mettere qualche riparo alle catastrofi naturali; di contro, in poco meno di 30 anni sono stati investiti in tutto 2 miseri miliardi per la prevenzione.
Sono numeri da brivido, che la dicono lunga su come si è operato nel Bel Paese per evitare catastrofi in tanti casi evitabili.
E purtroppo spiegano, almeno in parte, anche quello che è successo a Parma e provincia il 13 ottobre scorso. E senza gli interventi fatti (cassa di espansione sul Parma) avrebbe potuto andare ben peggio!
A due mesi dall’alluvione, l’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, in collaborazione con il Consiglio nazionale e con il patrocinio di diversi enti, fra i quali il Comune di Parma, ha organizzato un convegno rivolto a cittadini, istituzioni e rappresentanti del territorio per parlare del dissesto idrogeologico, che si è svolto questa mattina a Palazzo del Governatore. Molte le domande a cui si è cercato di dare qualche risposta e tante le idee e le proposte che i tecnici consegneranno alle istituzioni.
In rappresentanza del Comune di Parma è intervenuto l’assessore Michele Alinovi: “Su questi temi – ha esordito – la politica deve essere capace di ascoltare, per cui sono molto grato ai geologi che coinvolgono il territorio in una riflessione che interessa tutti. A Parma si è cementificato troppo – ha continuato Alinovi – e non sempre sono state fatte le opere minime per evitare effetti pesanti delle nuove urbanizzazioni. Il Comune – ha annunciato l’assessore – sta effettuando uno studio idraulico sulla zona nord della città, per capire quante casse di espansione mancano e qual è la potenzialità delle reti scolanti, e si stanno effettuando le verifiche sulla sicurezza sismica delle nostre scuole. Dopo l’alluvione – ha concluso – c’è stato una grande coralità dei sindaci del territorio, indipendentemente dal colore politico, per chiedere di non essere abbandonati dallo Stato nella quotidiana battaglia per mettere in sicurezza il territorio”.
Andrea Censi, in rappresentanza della Provincia, ha parlato di “emergenza costante”, ha ricordato ciò che è accaduto a Genova e ha richiamato la necessità di assicurare la manutenzione del territorio, che finora è stata oggetto di trascuratezza e di scelte evidentemente sbagliate.
“La città di Parma – ha ricordato in proposito Meuccio Berselli del Consorzio di Bonifica – in vent’anni ha visto un aumento del 50% del territorio urbanizzato”.
Al convegno, coordinato da Paride Antolini del Collegio dei Geologi, dopo l’intervento del Presidente regionale dell’Ordine Gabriele Cesari, ha portato un contributo importante Paola Gazzolo, commissario interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dell’Emilia Romagna: “In Regione – ha affermato – abbiamo censito 70.00 frane di cui 30.000 attive; i mutamenti climatici, poi, influiscono pesantemente sull’assetto idrogeologico, come hanno dimostrato i 320 millilitri di acqua caduti in poche ore sulle montagne di Parma. La Regione ha dovuto gestire qualcosa come 11 emergenze di rilievo nazionale, fra le quali il terremoto del 2012, in una sola legislatura, nella quale ha investito 400 milioni per la prevenzione dei rischi: tanti per le casse regionali – ha constatato l’assessore regionale uscente – ma pochi rispetto ai bisogni”. Paola Gazzolo ha quindi confermato che sono stati stanziati i primi 14 milioni per la catastrofe di Parma e Piacenza e ha annunciato che l’AIPO sta provvedendo alla progettazione definitiva della cassa di espansione sul Baganza, che rientra fra le priorità assolute nella politica regionale, il cui fabbisogno è già stato quantificato in oltre un miliardo di euro.
Resta da vedere quanto arriverà in Emilia dei 7 miliardi previsti dal Governo Renzi a livello nazionale e come trovare le risorse per completare il quadro delle priorità individuate. Infine, la stessa Gazzolo ha annunciato che il nuovo Presidente della Regione Bonaccini metterà al centro della sua politica territoriale lo stop al consumo di suolo, la certezza per gli interventi programmati di difesa del territorio e la manutenzione per prevenire le frane e curare i mali della rete idrografica.