Scuola per l’Europa, recesso dell'appalto
Comune e STU hanno individuato una possibile soluzione per ultimare i lavori.
Al termine di un lungo e impegnativo lavoro di analisi per decidere il percorso migliore, è stata presa una decisione difficile ma necessaria per lo sblocco di un’opera che da troppo tempo giace immobile: la Scuola per l’Europa di Parma.
Il 18 marzo è stato comunicato all’Associazione Temporanea di Imprese (CO.GE. – UNIECO) il recesso dal contratto di appalto, da parte del liquidatore di STU Autority, che ha agito “nel contesto di direzione e coordinamento adottato nel sistema delle partecipate, in sintonia con STT Holding e con il Comune di Parma”.
La decisione è stata resa pubblica nel corso di una conferenza stampa in Municipio alla quale sono intervenuti il sindaco Federico Pizzarotti, il vicesindaco Nicoletta Paci (delegata ai servizi educativi), l’assessore alla partecipate Marco Ferretti e il liquidatore di STU Authority Nicola Rinaldi.
“Con questa decisione, ormai improcrastinabile – ha affermato Pizzarotti – inizia un percorso volto a sbloccare lo stallo dei lavori della Scuola Europea. Abbiamo coinvolto anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sottosegretario Graziano Del Rio e abbiamo individuato un percorso con l’obiettivo di ultimare la costruzione dell’edificio prima della chiusura del mandato amministrativo”.
In perfetta sintonia l’assessore Marco Ferretti: “Non è il momento di festeggiare – ha sottolineato Ferretti – ma questo è un passaggio forte nella lunga storia del cantiere. Abbiamo idee e strategie per ultimare la scuola, che passano necessariamente per la risoluzione del contratto in essere, a fronte di inadempienze evidenti e dell’impossibilità di pervenire ad una transazione con le imprese, che abbiamo cercato in tutti i modi con la speranza che potessero risolvere i loro problemi interni e riprendere il cantiere e le opere interrotte, raccogliendo in questo senso anche l’invito dell’Unione Parmense degli Industriali. La soluzione possibile – ha informato Ferretti – risiede in un accordo con la Scuola Europea, che potrebbe stanziare i fondi necessari ad ultimare i lavori in cambio della concessione per 50 anni di spazi non destinati alla didattica, il cui valore è certificato da una perizia dell’Agenzia per il Territorio. A questo scopo è già stato richiesto un nuovo incontro urgente con il Consiglio di Amministrazione. Il Comune e la STU, infatti, hanno onorato interamente i loro impegni e non possono investire più nulla nel cantiere, se non confermare la disponibilità a cedere la scuola di via Saffi per chiudere possibili contenziosi sui lavori eseguiti”.
Proprio la perdita di valore della scuola ex Pascoli è stata il motivo principale che ha indotto l’ATI (Associazione delle imprese) a bloccare il cantiere.
Nicola Rinaldi, liquidatore di STU Authority in carica dall’ottobre scorso, ha definito la situazione “ingarbugliata”, ha detto che i lavori sono circa all’85% (mancano parte degli infissi, finiture e opere esterne), e ha ribadito che ora la cessione di superficie di parte del nuovo edificio in fronte a via Langhirano, comprendente Auditorium da 350 posti, atrio, uffici e biblioteca all’Ente Scuola Europea appare l’unica soluzione praticabile per raggiungere l’obiettivo.
La futura Scuola per l’Europa comprende 20.000 metri quadrati di spazio edificato e 8 ettari di superficie esterna; finora è costata 29.600.000 euro, ai quali si sono aggiunti altri 4 milioni e mezzo investiti dall’attuale amministrazione nel 2013 per l’acquisto dell’area sui cui sorge l’edificio: un’opera di dimensioni molto rilevanti al centro di una vicenda assai complicata che – come ha ribadito in chiusura Ferretti - “si risolverà positivamente se la soluzione da adottare sarà condivisa da tutti i protagonisti interessati”.
In tale contesto, il Comune di Parma e STU Authority hanno cercato di esporre in tutte le sedi come la Scuola per l’Europa non fosse un problema esclusivo del Comune ma, in primis, del Governo Italiano, anche in considerazione dei rapporti con l’Unione Europea. Attese le giuste rassicurazioni del MIUR e dell’Avvocatura dello Stato, si è dovuto assumere una posizione definitiva nei confronti dell’ATI, poiché il problema non è più differibile, anche in considerazione dell’imminente visita da parte degli ispettori della Comunità Europea deputati all’accreditamento della Scuola al Sistema delle Scuole Europee.
Il recesso dal contratto di appalto, da parte di STU Authority, in sintonia con STT Holding e con il Comune di Parma, è stata ritenuta la soluzione più opportuna e atta a tutelare l’operato della società e finalizzata a riappaltare al più presto i lavori per il completamento della Scuola.